Quando si pensa ai titoli di genere shonen i nomi che vengono in mente sono sempre gli stessi: Dragon Ball, The Seven Deadly Sins, Attack on Titan, Sword Art Online e via dicendo, tuttavia ci sono alcune serie che, per quanto non di simil successo, sono riuscite a guadagnarsi abbastanza fama da meritare più di una stagione, è questo il caso di Is It Wrong to Try to Pick Up Girls in a Dungeon?, comunemente chiamato dalla fanbase DanMachi, che dopo il successo della prima stagione, lo spin-off Sword Oratoria, un paio di OVA e 12 episodi che fanno da preludio alla seconda stagione in arrivo nel 2021, è sbarcato anche nel mercato videoludico, inizialmente tramite il gacha per cellulari Memoria Freese ed adesso con un titolo vero e proprio per console e PC chiamato Infinite Combate, la qualità sarà tuttavia quella che ci si aspetta? Scopritelo nella nostra recensione!
La trama di Infinite Combate ricalca a piene mani quella della serie animata: in un mondo composto da umani e divinità, queste ultime si sono stancate di vivere una vita perennemente agiata e, dopo aver osservato come vivono i comuni mortali, ne rimangono affascinate e decidono di andare a vivere con loro, formando delle cosiddette "famiglie", nella città labirinto, Orario, chiamata così perché costruita sopra un enorme dungeon; il focus principale è sul giovane Bell Cranel, aspirante avventuriero ed unico membro della famiglia della sbadata dea Hestia, il ragazzo, dopo essersi avventurato nel dungeon un giorno come tanti, si imbatte in un minotauro, ma all'ultimo minuto viene salvato da una ragazza dai capelli biondi, Aiz Wallenstein, abile spadaccina e membro della rinomata famiglia Loki, Bell ne rimane talmente impressionato che decide di migliorare le sue abilità per far colpo sulla ragazza.
A livello di gameplay, DanMachi Infinite Combate si presenta come un dungeon crawler di stampo molto classico: si accettano missioni, si compiono gli obiettivi richiesti eliminando mostri e raccogliendo oggetti e si riscuote la ricompensa, tuttavia il gioco è minato da moltissimi problemi di gameplay, poiché gran parte di quest'ultimo viene sacrificato in favore della fedeltà della trama all'opera originale, in primis, come abbiamo accennato sopra, il gioco ricalca la struttura ludica di giochi come Diablo, una volta entrati nel dungeon abbiamo infatti un tasto dedicato all'attacco leggero, uno all'attacco pesante, uno per lanciare le magie, uno per la schivata ed un paio per richiamare i personaggi di supporto, tuttavia non utilizzeremo almeno il 90% di queste cose per svariati motivi, per esempio l'attacco pesante, una volta terminato, ci lascerà bloccati alla fine dell'animazione per circa un secondo, tempo che i mostri potranno utilizzare tranquillamente per avvicinarsi e farci danno, stessa cosa vale per la schivata, legnosa come poche, allo stesso tempo tuttavia utilizzare solo l'attacco leggero si rivelerà una tattica a dir poco gamebreaking, infatti, ad ogni colpo che subiranno, i nemici verranno brevemente storditi, effetto che si ripeterà ad ogni colpo, consentendoci di lasciarli in completo stunlock e completare l'intero dungeon senza subire nemmeno 1hp di danno, ignorando completamente se si tratti di avversari minuscoli oppure enormi.
I problemi di gameplay continuano anche al di fuori del dungeon, infatti le armi che potremmo comprare, per quanto sulla carta possano sembrare più potenti, in pratica non faranno alcuna differenza, questo perché le statistiche sono state tarate estremamente male in favore del levelling anziché dell'equipaggiamento, tuttavia non ci è neanche possibile livellare a nostro piacimento poiché, per rimanere fedeli all'opera, i personaggi saliranno di livello automaticamente con l'avanzare della storia, rendendo totalmente inutile il farming delle subquest, che risultano come un semplice pretesto per accumulare qualche skill point in più.
Proprio parlando degli skill point, per quanto l'idea di sbloccare abilità per potenziare i personaggi sia buona, è veramente troppo abbozzata e non fa una reale differenza (inoltre abilità come quelle che aumentano la vita e la difesa risultano totalmente inutili se si considera quanto detto sopra), inoltre, nonostante ogni personaggio possa equipaggiare qualsiasi dei tre tipi di arma (daga, spada lunga e spadone), ognuno di essi presenta più abilità per potenziare maggiormente la sua arma di partenza, rendendo questa possibilità assolutamente inutile.
Nota dolente finale nel gameplay va alla gestione del fabbro, che sarà si in grado di sbloccare nuove armi per l'acquisto ogni volta che gli porteremo i materiali che ci richiederà, tuttavia non ci sarà una lista che ci indicherà questi ultimi ed ogni volta che gli parleremo lui ci parlerà di un'arma diversa, costringendoci a fare una lista manualmente o a ricordarci tutto, cosa estremamente scomoda.
Quando non staremo letteralmente distruggendo dei poveri nemici inermi, staremo guardando migliaia di schermate statiche con wall of text a profusione, cosa che di per sé non sarebbe un problema, se non fosse che le missioni sono completabili in 6 o meno minuti.
Sul fronte tecnico non c'é molto da dire, il gioco sfoggia una grafica chibi che ricorda molto quella di un titolo mobile, tuttavia vedere una grafica simile su un gioco di fine generazione fa abbastanza stizzire, fa se non altro piacere che i moltissimi dialoghi presentino scene estrapolate dall'anime completamente doppiate dal cast originale, cosa che farà probabilmente felici i fan (se avranno resistito fino a questo punto); la durata è davvero bassa, per completare il gioco basteranno infatti circa 9/10 ore, lasciandoci la possibilità di farmare post game, possibilità tuttavia completamente inutile e fine solo all'ottenimento dei trofei.
La trama di Infinite Combate ricalca a piene mani quella della serie animata: in un mondo composto da umani e divinità, queste ultime si sono stancate di vivere una vita perennemente agiata e, dopo aver osservato come vivono i comuni mortali, ne rimangono affascinate e decidono di andare a vivere con loro, formando delle cosiddette "famiglie", nella città labirinto, Orario, chiamata così perché costruita sopra un enorme dungeon; il focus principale è sul giovane Bell Cranel, aspirante avventuriero ed unico membro della famiglia della sbadata dea Hestia, il ragazzo, dopo essersi avventurato nel dungeon un giorno come tanti, si imbatte in un minotauro, ma all'ultimo minuto viene salvato da una ragazza dai capelli biondi, Aiz Wallenstein, abile spadaccina e membro della rinomata famiglia Loki, Bell ne rimane talmente impressionato che decide di migliorare le sue abilità per far colpo sulla ragazza.
A livello di gameplay, DanMachi Infinite Combate si presenta come un dungeon crawler di stampo molto classico: si accettano missioni, si compiono gli obiettivi richiesti eliminando mostri e raccogliendo oggetti e si riscuote la ricompensa, tuttavia il gioco è minato da moltissimi problemi di gameplay, poiché gran parte di quest'ultimo viene sacrificato in favore della fedeltà della trama all'opera originale, in primis, come abbiamo accennato sopra, il gioco ricalca la struttura ludica di giochi come Diablo, una volta entrati nel dungeon abbiamo infatti un tasto dedicato all'attacco leggero, uno all'attacco pesante, uno per lanciare le magie, uno per la schivata ed un paio per richiamare i personaggi di supporto, tuttavia non utilizzeremo almeno il 90% di queste cose per svariati motivi, per esempio l'attacco pesante, una volta terminato, ci lascerà bloccati alla fine dell'animazione per circa un secondo, tempo che i mostri potranno utilizzare tranquillamente per avvicinarsi e farci danno, stessa cosa vale per la schivata, legnosa come poche, allo stesso tempo tuttavia utilizzare solo l'attacco leggero si rivelerà una tattica a dir poco gamebreaking, infatti, ad ogni colpo che subiranno, i nemici verranno brevemente storditi, effetto che si ripeterà ad ogni colpo, consentendoci di lasciarli in completo stunlock e completare l'intero dungeon senza subire nemmeno 1hp di danno, ignorando completamente se si tratti di avversari minuscoli oppure enormi.
I problemi di gameplay continuano anche al di fuori del dungeon, infatti le armi che potremmo comprare, per quanto sulla carta possano sembrare più potenti, in pratica non faranno alcuna differenza, questo perché le statistiche sono state tarate estremamente male in favore del levelling anziché dell'equipaggiamento, tuttavia non ci è neanche possibile livellare a nostro piacimento poiché, per rimanere fedeli all'opera, i personaggi saliranno di livello automaticamente con l'avanzare della storia, rendendo totalmente inutile il farming delle subquest, che risultano come un semplice pretesto per accumulare qualche skill point in più.
Proprio parlando degli skill point, per quanto l'idea di sbloccare abilità per potenziare i personaggi sia buona, è veramente troppo abbozzata e non fa una reale differenza (inoltre abilità come quelle che aumentano la vita e la difesa risultano totalmente inutili se si considera quanto detto sopra), inoltre, nonostante ogni personaggio possa equipaggiare qualsiasi dei tre tipi di arma (daga, spada lunga e spadone), ognuno di essi presenta più abilità per potenziare maggiormente la sua arma di partenza, rendendo questa possibilità assolutamente inutile.
Nota dolente finale nel gameplay va alla gestione del fabbro, che sarà si in grado di sbloccare nuove armi per l'acquisto ogni volta che gli porteremo i materiali che ci richiederà, tuttavia non ci sarà una lista che ci indicherà questi ultimi ed ogni volta che gli parleremo lui ci parlerà di un'arma diversa, costringendoci a fare una lista manualmente o a ricordarci tutto, cosa estremamente scomoda.
Quando non staremo letteralmente distruggendo dei poveri nemici inermi, staremo guardando migliaia di schermate statiche con wall of text a profusione, cosa che di per sé non sarebbe un problema, se non fosse che le missioni sono completabili in 6 o meno minuti.
Sul fronte tecnico non c'é molto da dire, il gioco sfoggia una grafica chibi che ricorda molto quella di un titolo mobile, tuttavia vedere una grafica simile su un gioco di fine generazione fa abbastanza stizzire, fa se non altro piacere che i moltissimi dialoghi presentino scene estrapolate dall'anime completamente doppiate dal cast originale, cosa che farà probabilmente felici i fan (se avranno resistito fino a questo punto); la durata è davvero bassa, per completare il gioco basteranno infatti circa 9/10 ore, lasciandoci la possibilità di farmare post game, possibilità tuttavia completamente inutile e fine solo all'ottenimento dei trofei.
Is It Wrong to Try to Pick Up Girls in a Dungeon? Infinite Combate potrebbe essere tranquillamente classificato come un'enciclopedia sul come NON fare un dungeon crawler né tantomeno un titolo dedicato ad un anime di discreto successo, una struttura videoludica fine a sé stessa e piena di lacune, una durata irrisoria ed una progressione senza senso non valgono assolutamente il costo veramente troppo alto richiesto, se non siete fan dell'opera andate a cercare titoli più validi, mentre per tutti gli amanti della serie creata da Fujino Omori consigliamo di aspettare a quando sarà sceso ad almeno 10/15€, nel mentre potete giocare a Memoria Freese che, per quanto sia un gacha per cellulare, è realizzato 10 volte meglio di questo disastro.
Pro
- Storia fedele all'opera originale
- Voci del cast originale
Contro
- Gameplay pieno di lacune
- Progressione insensata
- Durata inesistente
- Troppi wall of text anche per un gioco tratto da una light novel
- "Inutile" sembra essere la parola chiave
La parte giocabile in se appare tutt'altro che esaltante.. Dal punto di vista del fan la parte più novel potrebbe dare qualche interesse, ma anche qui ripercorrere per l'ennesima volta la stessa parte di storia già vista in romanzi e anime...
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