Recensione
Creare un live-action basandosi sul film anime non è esattamente una buona idea, e non lo sarebbe neanche se questo live-action si basasse su un'intera serie. Eppure "Blood: The Last Vampire" riesce nel compito prefissatosi, ovvero intrattenere senza scatenare direttamente le ire dei fan della serie animata.
La trama è, per la prima metà del film, identica a quella della versione animata, di conseguenza: Saya è una vampira, l'ultima della sua stirpe, che lavora per un'agenzia segretissima che ha il compito di liberare il mondo da demoni che si nascondono dietro sembianze umane. Da notare che nel film i demoni vengono chiamati "sanguisughe" mentre nel film d'animazione "chirotteri". La missione di Saya è d'infiltrarsi in una base americana del Giappone per eliminare dei pericolosi demoni infiltratisi sotto varie sembianze.
Questo film, essendo più generoso in quanto a durata, permette un approfondimento sul passato di Saya e su alcuni suoi antichi nemici. Il film d'animazione termina in pratica a metà del live action, e lascia piuttosto delusi poiché sembra una scelta affrettata. Non risulta possibile affermare se il passato che ci viene mostrato puntualmente nei flashback di Saya sia attendibile con la storia vera e propria dell'anime, ma di certo non è stato aggiunto tanto per allungarci l'opera di un'oretta in più, specie se consideriamo che le scene passate sono ricreate in maniera più che egregia.
L'apparato tecnico svolge un lavoro eccellente nel ricreare le location, con un Giappone del 1970 abbastanza realistico. I combattimenti sono estremamente dinamici e molto ben realizzati, il sangue schizzerà un po' ovunque ma sarà nel 90% dei casi ricreato in una computer grafica che lascia un po' a desiderare, non lasciando macchie da nessuna parte oltretutto. La CG è sfruttata male anche nella riproduzione dei chirotteri che, salvo qualche scena, appariranno penosamente finti anche da lontano, un vero peccato. Il comparto audio è abbastanza azzeccato e mai invasivo, relegandosi il compito di enfatizzare principalmente i combattimenti.
Solitamente quando si sente la parola "live-action" dei brividi corrono lungo la schiena. La motivazione è da ricercarsi nella scarsa volontà, o peggio nell'incapacità, di ricreare il mondo di un anime o di un videogioco cercando di mantenerne l'attinenza narrativa, e spesso anche visiva.
"Blood: The Last Vampire" è l'eccezione per eccellenza, perché, oltre a non allontanarsi troppo dall'opera dalla quale proviene, riesce addirittura ad ampliarla e arricchirla con nuovi dettagli. Fossero tutti cosi i live-action.
La trama è, per la prima metà del film, identica a quella della versione animata, di conseguenza: Saya è una vampira, l'ultima della sua stirpe, che lavora per un'agenzia segretissima che ha il compito di liberare il mondo da demoni che si nascondono dietro sembianze umane. Da notare che nel film i demoni vengono chiamati "sanguisughe" mentre nel film d'animazione "chirotteri". La missione di Saya è d'infiltrarsi in una base americana del Giappone per eliminare dei pericolosi demoni infiltratisi sotto varie sembianze.
Questo film, essendo più generoso in quanto a durata, permette un approfondimento sul passato di Saya e su alcuni suoi antichi nemici. Il film d'animazione termina in pratica a metà del live action, e lascia piuttosto delusi poiché sembra una scelta affrettata. Non risulta possibile affermare se il passato che ci viene mostrato puntualmente nei flashback di Saya sia attendibile con la storia vera e propria dell'anime, ma di certo non è stato aggiunto tanto per allungarci l'opera di un'oretta in più, specie se consideriamo che le scene passate sono ricreate in maniera più che egregia.
L'apparato tecnico svolge un lavoro eccellente nel ricreare le location, con un Giappone del 1970 abbastanza realistico. I combattimenti sono estremamente dinamici e molto ben realizzati, il sangue schizzerà un po' ovunque ma sarà nel 90% dei casi ricreato in una computer grafica che lascia un po' a desiderare, non lasciando macchie da nessuna parte oltretutto. La CG è sfruttata male anche nella riproduzione dei chirotteri che, salvo qualche scena, appariranno penosamente finti anche da lontano, un vero peccato. Il comparto audio è abbastanza azzeccato e mai invasivo, relegandosi il compito di enfatizzare principalmente i combattimenti.
Solitamente quando si sente la parola "live-action" dei brividi corrono lungo la schiena. La motivazione è da ricercarsi nella scarsa volontà, o peggio nell'incapacità, di ricreare il mondo di un anime o di un videogioco cercando di mantenerne l'attinenza narrativa, e spesso anche visiva.
"Blood: The Last Vampire" è l'eccezione per eccellenza, perché, oltre a non allontanarsi troppo dall'opera dalla quale proviene, riesce addirittura ad ampliarla e arricchirla con nuovi dettagli. Fossero tutti cosi i live-action.