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<b>Attenzione: la seguente recensione contiene lievi spoiler</b>

"JoJo" è un'opera nata come manga da Hirohiko Araki nel 1987 e nel 2012 è giunta a noi una trasposizione anime molto fedele.

Inutile parlare approfonditamente della trama di "JoJo", dato che si presenta come un classico battle shonen; bisogna invece parlare dei personaggi dell'opera, che sono realmente degni di nota.
Nella prima generazione è presente il contrasto tra i due protagonisti "Jonathan Joestar" e "Dio Brando". Jonathan Joestar (chiamato anche JoJo come tutti i suoi discendenti) è l'incarnazione del bene assoluto. Un uomo che protegge i più deboli anche al costo della sua vita e che cerca quel briciolo di umanità presente nel cuore dei malvagi, rappresentando la figura del paladino per eccellenza. Dio Brando, adottato dalla famiglia Joestar, è il totale opposto di Jonathan. Un uomo egoista che prova piacere nel rovinare la vita altrui (notare l'accanimento che prova nei confronti del protagonista principale) e che arriva a uccidere il suo stesso padre adottivo; rappresenta la figura del Demonio. I ruoli dei due personaggi sono portati all'estremo per poter far comprendere allo spettatore in modo più marcato la contrapposizione tra bene e male.
Nella seconda generazione (a differenza della prima) vi sono un sacco di personaggi che spiccano in caratterizzazione, ma quelli che mi hanno colpito di più sono stati "Joseph Joestar" e "Wamuu". Joseph Joestar, nipote di Jonathan, è uno dei migliori antieroi che abbia mai visto all'interno di un manga/anime. Un uomo dalle azioni non prevedibili che a volte lo raffigurano più come una figura "malvagia" che come un protagonista vero e proprio, simpatico e a tratti pure folle. Wamuu è un uomo d'onore pieno d'orgoglio in cui si può vedere qualche lieve sfumatura di umanità. Essendo il combattimento la sua unica ragione di vita, viene colpito dalle parole di Joseph, che quindi lo lascia allenare in vista di un loro futuro scontro.

Perché è considerato uno dei migliori battle shonen di sempre?
Innanzitutto l'espressione "migliore battle shonen" è molto generalizzata. Bisogna distinguere due tipi di battle shonen: strategico e non strategico. Un buon battle shonen non strategico è considerato tale quando sono presenti buone animazioni, coreografie e qualche volta anche l'imprevedibilità nell'esito della battaglia. Un buon battle shonen strategico invece è caratterizzato appunto da strategie più o meno imprevedibili e avvincenti.
"JoJo" appartiene a questa seconda categoria e bisogna dire che, nonostante si sappia già l'esito di molte battaglie (come detto prima, la storia di "JoJo" è abbastanza prevedibile), questo prodotto vi terrà incollati e vorrete sapere sempre in che modo i cattivi di turno verranno spazzati via. "JoJo" è stata una delle prima opere che ha dato vita al battle shonen strategico; senza di esso, molti anime/manga del calibro di "HunterxHunter" probabilmente non esisterebbero. Sono molte le opere in cui la presenza di "JoJo" si fa sentire e alcune di esse non sono nemmeno dei battle o persino degli shonen.

Le famose pose di "JoJo" sono presenti in "Monogatari", "Gurren Lagann", "Medaka Box" e tante altre opere. Il "wryyyyy" pronunciato da Steph di "No Game No Life" è una chiara citazione al verso dei vampiri di JoJo. Il cappotto e il cappello nero di Mako ("Kill la Kill") ricordano l'abbigliamento di Jotaro Kujo (presentato come figura nelle ultimissime puntate della prima stagione e protagonista di "Stardust Crusaders").
Magari vi sono altre citazioni su "JoJo", ma questi sono solo esempi che fanno capire quanto sia stato importante nella storia degli anime e dei manga.