Recensione
I tre volumi letti si riferiscono alla recente ristampa edita da Star Comics.
Le bizzarre avventure di JoJo, insieme ad alcuni altri manga dell'epoca d'oro, ha tutto il diritto di sedersi sul trono col titolo di uno dei precursori al manga contemporaneo.
Possiamo iniziare a parlare subito della storia. Colma di fantasia e intrisa di originalità assoluta, la trama si presenta come "difficile" da inquadrare subito all'interno di un genere ben definito; sono infatti molteplici gli aspetti che questo manga riuscirà a toccare, prima di stabilizzarsi definitivamente: si parte dalla lotta in famiglia fino ai combattimenti a suon di onde concentriche, passando per tematiche come l'amore, lo sport, l'amicizia, e perfino l'archeologia e il mistero.
Spiegare le vicende di "JoJo: Phantom Blood" in poche parole, sarebbe impossibile e riduttivo, pertanto si può dire che la storia parte quando la vita della nobile famiglia Joestar, e soprattutto di Jonathan Joestar, viene sconvolta dall'adozione di Dio Brando, figlio di un ladruncolo defunto e che ora entra a far parte della signoria, nobile di spirito, è in realtà un perfido di prima categoria, assassino ambizioso che mira al patrimonio Joestar, e successivamente alla conquista del mondo, dopo il ritrovamento di un'antica maschera di pietra che trasforma in vampiri immortali al pari di un dio, e consente la creazione di spaventosi zombi killer.
Quindi, il manga si incentra sulla crescita di Jonathan, detto JoJo, a cui viene portato via tutto, dall'amore per la propria amata, all'affetto della sua famiglia, ma proprio così troverà la forza, insieme ai suoi compagni di viaggio, di sconfiggere il malvagio fratellastro.
Il disegno di Araki rappresenta la croce e la delizia per il lettore: in puro stile anni '80, sporco e, a volte, eccessivamente confusionario, dalle figure possenti e a volte esagerate (quasi impossibili e non di certo umane), può far impazzire i cultori dell'epoca che non potranno non gioire di fronte a questo tratto, mentre di certo potrà far storcere il naso a chi è abituato alle storie dell'ultimo decennio, aventi di sicuro tavole più limpide e molto più curate.
Unica lievissima pecca è il finale: a mio parere, leggermente allungato e potrebbe stancare, tuttavia viene dato lo spazio per la dar luogo a quelle che saranno le successive serie dell'universo di JoJo.
In conclusione, consiglio vivamente di provare questo manga, così come è stato consigliato a me, basteranno i primi capitoli per far sì che non vi si staccheranno più gli occhi dalle pagine: coinvolgimento allo stato puro!
Le bizzarre avventure di JoJo, insieme ad alcuni altri manga dell'epoca d'oro, ha tutto il diritto di sedersi sul trono col titolo di uno dei precursori al manga contemporaneo.
Possiamo iniziare a parlare subito della storia. Colma di fantasia e intrisa di originalità assoluta, la trama si presenta come "difficile" da inquadrare subito all'interno di un genere ben definito; sono infatti molteplici gli aspetti che questo manga riuscirà a toccare, prima di stabilizzarsi definitivamente: si parte dalla lotta in famiglia fino ai combattimenti a suon di onde concentriche, passando per tematiche come l'amore, lo sport, l'amicizia, e perfino l'archeologia e il mistero.
Spiegare le vicende di "JoJo: Phantom Blood" in poche parole, sarebbe impossibile e riduttivo, pertanto si può dire che la storia parte quando la vita della nobile famiglia Joestar, e soprattutto di Jonathan Joestar, viene sconvolta dall'adozione di Dio Brando, figlio di un ladruncolo defunto e che ora entra a far parte della signoria, nobile di spirito, è in realtà un perfido di prima categoria, assassino ambizioso che mira al patrimonio Joestar, e successivamente alla conquista del mondo, dopo il ritrovamento di un'antica maschera di pietra che trasforma in vampiri immortali al pari di un dio, e consente la creazione di spaventosi zombi killer.
Quindi, il manga si incentra sulla crescita di Jonathan, detto JoJo, a cui viene portato via tutto, dall'amore per la propria amata, all'affetto della sua famiglia, ma proprio così troverà la forza, insieme ai suoi compagni di viaggio, di sconfiggere il malvagio fratellastro.
Il disegno di Araki rappresenta la croce e la delizia per il lettore: in puro stile anni '80, sporco e, a volte, eccessivamente confusionario, dalle figure possenti e a volte esagerate (quasi impossibili e non di certo umane), può far impazzire i cultori dell'epoca che non potranno non gioire di fronte a questo tratto, mentre di certo potrà far storcere il naso a chi è abituato alle storie dell'ultimo decennio, aventi di sicuro tavole più limpide e molto più curate.
Unica lievissima pecca è il finale: a mio parere, leggermente allungato e potrebbe stancare, tuttavia viene dato lo spazio per la dar luogo a quelle che saranno le successive serie dell'universo di JoJo.
In conclusione, consiglio vivamente di provare questo manga, così come è stato consigliato a me, basteranno i primi capitoli per far sì che non vi si staccheranno più gli occhi dalle pagine: coinvolgimento allo stato puro!