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Questa prima saga del " Le bizzarre avventure di JoJo " è un manga forte e soprattutto di un gran impatto visivo, ambientato nell'Inghilterra del fine Ottocento.
La trama è intrinseca di salti temporali sia nel passato che nel futuro, ricca di situazioni emozionanti e coinvolgenti. La storia gira attorno a tre personaggi/oggetti che assieme costituiscono la vera essenza del fumetto: Jonathan Joestar, il protagonista della serie; Dio Brando, l'antagonista principale; e la "Maschera di Pietra", una maschera appunto che, creata da un'arcaica popolazione sudamericana, dona a chi la indossa il sovrannaturale potere di diventare un sanguinario vampiro. Per un presunto debito che il padre di Jonathan ha nei confronti di un vecchio alcolizzato, alla morte di quest'ultimo suo figlio viene adottato dalla nobile famiglia Joestar: il nome del figlio adottivo è Dio. Dio Brando, forse, è il personaggio di "Phantom Blood" meglio caratterizzato in assoluto e, a partire dalle azioni che riesce a compiere a discapito del povero ed ingenuo Jonathan fin da bambino, lo considero uno degli antagonisti della storia del fumetto più spietati e brutali di sempre: è di una ferocia sovrumana e questo mi ha fatto innamorare del personaggio e del manga stesso.
Altri personaggi di riguardo sono Speedwagon, un malvivente di Londra divenuto amico del protagonista in seguito a uno scontro con lui, e Lord Zeppelie, un misterioso personaggio che assume verso Jonathan il ruolo di aiutante, di assistente per prepararlo allo scontro finale contro Dio, il quale, dopo aver indossato la Maschera di Pietra ha seminato il panico e raso al suolo villa Joestar. Zeppelie è di vitale importanza perché padroneggia l'unica forza che può contrastare la maschera, forza che il protagonista dovrà saper controllare al meglio prima di fronteggiarsi col fratellastro: le "Onde concentriche", un'arte del combattimento nata da monaci in Oriente che consiste nel focalizzare la forza spirituale di un organismo affinché si possa usare sia a scopo offensivo, potenziandone le capacità fisiche, che difensivo. Apparentemente questo potrebbe sembrare uno di quei power-up che continuamente si inseriscono negli shonen moderni, ma non è così. Infatti in "Phantom Blood", così come nelle altre saghe di "JoJo", i combattimenti sono caratterizzati magistralmente da una componente strategica, dove alla forza fisica spesso prevalgono l'astuzia, l'ingegno e pure la fortuna all'interno degli scontri diretti. È presente anche una storia d'amore tra Jonathan ed Elena, una ragazza che lui conosce fin da quando era bambino, molto romantica anche se viene (giustamente) messa da parte all'interno dello sviluppo della storia per dare più spazio alle componenti horror e di azione. Nei disegni il manga è veramente fatto bene, lo stile del mangaka è molto personale, soprattutto nelle rappresentazioni dei corpi maschili dove il corpo e la testa risultano assolutamente sproporzionati in alcune vignette.
Insomma, quel geniaccio di Haraki, nell'ormai lontano 1987 ha sfornato su WSJ un prodotto veramente notevole da ogni punto di vista. Valutazioni:

Disegni = 9
Trama = 9
Personaggi = 9
Morale = 7
Totale = 8