Recensione
Monster
9.0/10
Recensione di Metal_Movie90
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Finalmente, con l'uscita della ristampa del quarto volume dell'edizione Deluxe by Panini Comics/Planet Manga, sono riuscito a leggere il tanto osannato Monster. Avrei potuto farlo prima, ma ho preferito aspettare di avere tutti i volumi a portata di mano per leggermelo tutto d'un fiato. E ho fatto bene, perché la trama di Monster è una delle più complesse e intricate che abbia mai incontrato in un'opera cartacea; questo è al tempo stesso croce e delizia del manga, perché per quanto mi riguarda Monster è sì un capolavoro, ma non quel capolavoro assoluto di cui tutti parlano.
Quando si commenta un'opera così famosa e conosciuta si rischia di incappare in cose già dette, per cui in questa recensione mi concentrerò solo sui principali pregi e difetti di Monster (quelli che hanno determinato il voto finale), evitando inutili preamboli sull'opera e sul suo autore che oramai conoscono tutti. Non potete ritenervi esperti di fumetti giapponesi se non avete mai letto un'opera di Naoki Urasawa, poco ma sicuro.
Vengo subito al punto parlando dell'aspetto che ho apprezzato di più: i disegni. C'è poco da fare, quando si tratta di storie realistiche Urasawa è uno dei miei artisti preferiti, e in Monster dà sfoggio di tutto il suo talento regalandoci tavole pulite, precise e incredibilmente ricche di particolari. I paesaggi e le ambientazioni della Germania e della Repubblica Ceca (che fanno da sfondo alle vicende) sono ricreati alla perfezione, sembrano veri da quanto sono dettagliate. Ma sono i personaggi il vero punto di forza: il tratto diventa più essenziale, ma in cambio li rende immediatamente riconoscibili e soprattutto ci regala un'espressività pazzesca, che rende al meglio tutta la gamma di emozioni di cui il volto umano è capace. 10 e lode da questo punto di vista, nulla da obiettare.
Storia e personaggi. Dopo aver letto Pluto e Monster ne ho la conferma: Urasawa è un maestro nel creare storie memorabili, mai banali, ricche di colpi di scena e capaci di tenere sempre alta l'attenzione del lettore. Ed è bravo a riempirle di personaggi così ben caratterizzati da sembrare veri: il dottor Tenma, l'ispettore Lunge, Nina/Anna, Johan, il signor Grimmer (il mio preferito), Eva, ... hanno tutti la giusta importanza nella storia e difficilmente ve ne dimenticherete una volta conclusa l'opera.
Il finale. Da quel che vedo ha diviso, personalmente mi è piaciuto molto. Senza fare spoiler, si tratta di un finale a metà tra il chiuso e l'aperto, spiazzante al punto giusto: le vicende di quasi tutti i personaggi principali giungono a una degna conclusione ma, grazie ad alcune scelte ben gestite, permane fino alla fine nel lettore l'atroce dubbio su come siano andate realmente le cose. Quello che molti hanno criticato è il fatto che Urasawa non chiuda davvero il cerchio su molti aspetti anche importanti (preciso che non ho ancora letto il volume extra Another Monster). Per quanto condivida in parte questa critica (vedi più avanti), secondo me è anche una scelta voluta che porta con sé due pregi: evitare inutili forzature per spiegare tutto nel dettaglio e conferire una notevole interpretabilità alla storia. Cos'è accaduto davvero al Kinderheim 511? E' tutto vero o è frutto dell'immaginazione di chi è stato coinvolto? Il mostro è una persona vera, reale, oppure è da intendersi in senso figurato, come albergante in ciascuno di noi? Si tratta di spunti di riflessione per nulla banali, che elevano Monster dalla marea di thriller tutti colpi di scena e niente sostanza.
Proprio il finale mi permette di arrivare a parlare dei difetti che ho riscontrato nell'opera. Leggendo il finale infatti mi è parso abbastanza chiaro che il maestro Urasawa sapeva fin da subito come concludere la storia, e l'impressione che ho avuto è che, spinto probabilmente dal successo dell'opera (come dargli torto), abbia deciso di allungare il brodo in corso di scrittura. Dopo un inizio a dir poco perfetto nei primi volumi, le vicende iniziano a farsi complicate, la trama diventa corale ed entrano in gioco molti personaggi, con le loro storie parallele, direttamente o indirettamente legati agli eventi di cui è protagonista il dottor Tenma. Sebbene non vi siano cali di ritmo e/o forzature, non sempre Urasawa mi è sembrato capace di gestire bene il tutto. Più volte, conclusa una determinata parte, mi sono ritrovato a pensare "Mmh, è tirata un po' per le lunghe" oppure "Anche se non la metteva non si perdeva nulla"; insomma, se Monster fosse durato qualche volume in meno sarebbe stato meglio.
Monster è un thriller di altissimo livello, un fumetto che prima o poi tutti dovrebbero leggere. Io stesso lo rileggerò prima o poi, perché di sicuro mi è sfuggito qualcosa durante la prima lettura e voglio vedere se questo può farmi cambiare idea su alcuni aspetti. E' un'opera che non raggiunge la perfezione, ma ci si avvicina parecchio. Adesso che la Planet Manga ha ristampato tutti i volumi mancanti dell'edizione Deluxe (stupenda!) è un delitto lasciarselo sfuggire, soprattutto se vi ritenete dei veri appassionati del fumetto giapponese. Consiglio: una volta che lo avrete sotto mano, leggetelo tutto d'un fiato, altrimenti dilatando i ritmi rischiate di dimenticarvi tutto e non ci capirete più nulla.
Quando si commenta un'opera così famosa e conosciuta si rischia di incappare in cose già dette, per cui in questa recensione mi concentrerò solo sui principali pregi e difetti di Monster (quelli che hanno determinato il voto finale), evitando inutili preamboli sull'opera e sul suo autore che oramai conoscono tutti. Non potete ritenervi esperti di fumetti giapponesi se non avete mai letto un'opera di Naoki Urasawa, poco ma sicuro.
Vengo subito al punto parlando dell'aspetto che ho apprezzato di più: i disegni. C'è poco da fare, quando si tratta di storie realistiche Urasawa è uno dei miei artisti preferiti, e in Monster dà sfoggio di tutto il suo talento regalandoci tavole pulite, precise e incredibilmente ricche di particolari. I paesaggi e le ambientazioni della Germania e della Repubblica Ceca (che fanno da sfondo alle vicende) sono ricreati alla perfezione, sembrano veri da quanto sono dettagliate. Ma sono i personaggi il vero punto di forza: il tratto diventa più essenziale, ma in cambio li rende immediatamente riconoscibili e soprattutto ci regala un'espressività pazzesca, che rende al meglio tutta la gamma di emozioni di cui il volto umano è capace. 10 e lode da questo punto di vista, nulla da obiettare.
Storia e personaggi. Dopo aver letto Pluto e Monster ne ho la conferma: Urasawa è un maestro nel creare storie memorabili, mai banali, ricche di colpi di scena e capaci di tenere sempre alta l'attenzione del lettore. Ed è bravo a riempirle di personaggi così ben caratterizzati da sembrare veri: il dottor Tenma, l'ispettore Lunge, Nina/Anna, Johan, il signor Grimmer (il mio preferito), Eva, ... hanno tutti la giusta importanza nella storia e difficilmente ve ne dimenticherete una volta conclusa l'opera.
Il finale. Da quel che vedo ha diviso, personalmente mi è piaciuto molto. Senza fare spoiler, si tratta di un finale a metà tra il chiuso e l'aperto, spiazzante al punto giusto: le vicende di quasi tutti i personaggi principali giungono a una degna conclusione ma, grazie ad alcune scelte ben gestite, permane fino alla fine nel lettore l'atroce dubbio su come siano andate realmente le cose. Quello che molti hanno criticato è il fatto che Urasawa non chiuda davvero il cerchio su molti aspetti anche importanti (preciso che non ho ancora letto il volume extra Another Monster). Per quanto condivida in parte questa critica (vedi più avanti), secondo me è anche una scelta voluta che porta con sé due pregi: evitare inutili forzature per spiegare tutto nel dettaglio e conferire una notevole interpretabilità alla storia. Cos'è accaduto davvero al Kinderheim 511? E' tutto vero o è frutto dell'immaginazione di chi è stato coinvolto? Il mostro è una persona vera, reale, oppure è da intendersi in senso figurato, come albergante in ciascuno di noi? Si tratta di spunti di riflessione per nulla banali, che elevano Monster dalla marea di thriller tutti colpi di scena e niente sostanza.
Proprio il finale mi permette di arrivare a parlare dei difetti che ho riscontrato nell'opera. Leggendo il finale infatti mi è parso abbastanza chiaro che il maestro Urasawa sapeva fin da subito come concludere la storia, e l'impressione che ho avuto è che, spinto probabilmente dal successo dell'opera (come dargli torto), abbia deciso di allungare il brodo in corso di scrittura. Dopo un inizio a dir poco perfetto nei primi volumi, le vicende iniziano a farsi complicate, la trama diventa corale ed entrano in gioco molti personaggi, con le loro storie parallele, direttamente o indirettamente legati agli eventi di cui è protagonista il dottor Tenma. Sebbene non vi siano cali di ritmo e/o forzature, non sempre Urasawa mi è sembrato capace di gestire bene il tutto. Più volte, conclusa una determinata parte, mi sono ritrovato a pensare "Mmh, è tirata un po' per le lunghe" oppure "Anche se non la metteva non si perdeva nulla"; insomma, se Monster fosse durato qualche volume in meno sarebbe stato meglio.
Monster è un thriller di altissimo livello, un fumetto che prima o poi tutti dovrebbero leggere. Io stesso lo rileggerò prima o poi, perché di sicuro mi è sfuggito qualcosa durante la prima lettura e voglio vedere se questo può farmi cambiare idea su alcuni aspetti. E' un'opera che non raggiunge la perfezione, ma ci si avvicina parecchio. Adesso che la Planet Manga ha ristampato tutti i volumi mancanti dell'edizione Deluxe (stupenda!) è un delitto lasciarselo sfuggire, soprattutto se vi ritenete dei veri appassionati del fumetto giapponese. Consiglio: una volta che lo avrete sotto mano, leggetelo tutto d'un fiato, altrimenti dilatando i ritmi rischiate di dimenticarvi tutto e non ci capirete più nulla.