Recensione
Senran Kagura è un nome noto, nei suoi 6 anni di attività vanta già 4 capitoli che da Nintendo 3DS e PS Vita sono sbarcati sulla console ammiraglia di Sony fino al PC, e in virtù di un 2018 già fitto di uscite sia su PS4 che su Switch possiamo pertanto considerare la serie Marvelous un franchise discretamente in forma.
Composta da action hack ‘n slash più recentemente tendenti al musou, come altre serie di successo anche Senran Kagura, tra un capitolo principale e l’altro, non disdegna variazioni sul tema tramite spin-off, come già avvenuto con Dekamori Senran Kagura (Senran Kagura: Bon Appétit), gioco culinario del 2014 uscito su PS Vita, l’importante è mantenerne il punctum saliens, il fulcro, il motivo per il quale esiste, e quello di Senran Kagura si suppone sia abbastanza intuibile semplicemente guardando gli screenshots del gioco.
Senran Kagura: Peach Beach Splash si insinua dunque nella categoria degli spin-off, ma su di un livello di molto superiore rispetto a quello avvistato in Bon Appétit poiché va ad approdare in quella categoria di videogiochi, gli sparatutto competitivi (più precisamente gli arena shooter in terza persona) che richiede un’attenzione decisamente maggiore rispetto ad un rhythm game culinario, nonché notoriamente affollato di molti esponenti, alcuni dei quali dalla fama indiscussa.
Peach Beach Splash non teme però confronti ed elargisce la sua caratteristica “mercanzìa” fin dalle prime battute di gioco: basta poco infatti per essere letteralmente inondati da un quantitativo di donzelle in bikini come probabilmente mai registrato a memoria di videogiocatore, che si traduce in una deflagrante distribuzione su schermo di prosperosi seni dalle movenze tanto ignare delle leggi della fisica quanto indiscutibilmente ipnotizzanti. Ma pure l’ecchi più spudorato ha senso di esistere allorquando il prodotto risulti divertente e ben confezionato, ed in tal senso Peach Beach Splash, una volta posate possibilmente entrambe le mani sul pad, potrebbe dimostrarsi una gradita sorpresa anche da parte dei più scettici e pervenuti.
Senran Kagura: Peach Beach Splash ha il plot, un torneo di pistolate d’acqua appunto, che riunisce tutte le varie accademie di Shinobi conosciuti nei precedenti Senran Kagura, dalle ragazze della Hanzo Academy a quelle della Gessen Accademy capitanate da Yumi, passando ovviamente per le rivali della Homura Crimson Squad e le avvenenti Hebijo Clandestine. Il PBS, presentato dala misteriosa coppia Mr K e Miss R, è apparentemente un innocuo torneo trasmesso in diretta mondiale (con un certo imbarazzo di alcune partecipanti), ma si scoprirà in seguito avere in realtà altro scopo, come vedremo nella modalità storia. Tale modalità si presenta abbastanza corposa essendo formata da 4 “route”, una per ogni accademia di shinobi e composte loro volta da 10 capitoli, che spaziano da semplici missioni di sterminio di dummies (manichini e piccoli robot), per poi passare per le battaglie contro i team rivali, fino ad arrivare allo scontro con il boss, differente per ogni squadra.
Una volta concluse le 4 storie singole se ne sblocca una quinta, corale e definitiva, atta a tirare le fila della vicenda. Le cut-scene, interamente doppiate, sono presenti prima e dopo ogni match (ma capita che si mettano a dialogare anche durante gli stessi), queste utilizzano ovviamente gli ottimi modelli poligonali del gioco e il risultato è gradevole, anche se di per sé la visuale è statica, le ragazze passano buona parte del tempo a fissare l’immaginaria telecamera anche quando dialogano fra di loro, a mò di visual novel. Poco male comunque, la modalità storia non è che una parte dell’offerta single player di Marvelous; ad essa si aggiungono infatti i Paradise Episodes, una selezione di episodi fuori serie composti da 5 sfide, e dal V-Road Challenge, una sequenza di tornei a difficoltà crescente.
Alla conquista delle nostre vittorie nelle varie modalità si avrà in cambio due tipologie di premio: il denaro e alcuni tipi di carte. La valuta in-game serve ad acquistare la merce in un negozio fornito di ogni genere di costumi, accessori, pettinature, illustrazioni e altri elementi puramente collezionistici. La personalizzazione delle ragazze è totale, tramite la immancabile dressroom possiamo far indossare loro qualunque tipo di costume da bagno, vestiti casual, feticismi annessi e abiti da battaglia ammirati nei precedenti giochi, tutti tendenti a facili strappi e senza che questi siano per forza abbinabili alla proprietaria d'origine. È possibile per esempio pettinare Homura nello stile gothic di Mirai, combattere nei panni di Yumi con la veste di Kagura, cambiare colore dei capelli e via discorrendo, è il gioco stesso a stimolare tale personale diletto dato che le ragazze indossano di default tutte un generico bikini bianco.
Le carte hanno invece uno scopo molto più pratico, e qui si entra in quello che è il vero e proprio sistema di gioco di Peach Beach Splash: queste sono equipaggiabili in battaglia e si dividono in tre tipi, carte weapon, carte skill e carte companion. La carta weapon è la nostra arma, vi sono 10 modelli di pistole d’acqua i quali ricalcano più o meno le tipologie di armi che vediamo negli shooter tradizionali, abbiamo le pistole, gli shotgun, un bel bazooka, i fucili ad ampio raggio o quelli tipo mitraglietta. Ognuna di esse ha due tipi di sparo selezionabile con il tasto L1, ogni colpo consuma un certo quantitativo di acqua obbligandoci a ricaricare quando questa si esaurisce, sta al giocatore scegliere se affidarsi ad un’arma potente che però consuma un litro e mezzo al colpo, oppure preferire spari meno incisivi ma più veloci e oculati. Le carte skill, come si evince dal nome, conferiscono alcune abilità alla loro attivazione in battaglia, come attacchi ad ampio raggio, potenziamento, barriere o abilità curative.
Le companion card, infine, evocano un piccolo esserino che ha il preciso scopo dare più fastidio possibile ai nostri avversari con i suoi attacchi, alcuni di essi sono in grado di infliggere status alterati come veleno o paralisi. In tal modo ogni giocatore va a comporre il proprio “deck” in base al proprio stile di gioco, permettendo una personalizzazione di tutto rispetto, ogni cosa inoltre, dai personaggi, alle armi, alle abilità, è potenziabile tramite l’utilizzo di carte esperienza.
Con tutte queste possibilità di scelta viene meno la divergenza tra un personaggio e l'altro, caratterizzate principalmente dall'attacco fisico (assegnato al tasto quadrato), ma tutto sommato va bene così, la selezione della propria ragazza andrà a gusto personale. Padroneggiare il “dash” (tasto cerchio) e il salto (tasto x), diverso per gittata e ampiezza in base all’arma equipaggiata, sarà fondamentale nella frenesia della battaglia, così come la cooperazione e il gioco di squadra. Avvicinandosi ad una nostra compagna caduta sarà possibile rianimarla, mentre sparando contro i propri alleati si andrà a riempire una specifica barra posta sotto il livello di energia che una volta riempita attiverà il Wet Power Up, un potenziamento che permette di sparare acqua illimitatamente per un certo periodo di tempo.
Alla componente co-op Senran Kagura: Peach Beach Splash dedica un’intera modalità, il co-op survival, una serie di missioni e battaglie in successione da affrontare con uno o più amici. Nel multiplayer (ops, Multi Splash) competitivo online troveremo invece le modalità di battaglia tipiche degli arena shooter, dal combattimento a squadra, al cattura la bandiera, al “queens of the hill”, e se non si trovano sufficienti giocatori online per iniziare la partita, il gioco permette all’host di riempire i posti vacanti con un personaggio manovrato dalla CPU (ma non nelle ranked). Dato però che i giocatori gareggiano con il proprio deck di carte, con tutti gli sbilanciamenti del caso, è saggio tenersi a distanza dall'online finché non si avrà acquisito una certa esperienza del gioco e un'adeguata collezione di skill card, onde evitare pesanti sconfitte.
Ovviamente Senran Kagura non si accontenta di mettere in scena una “normale” battaglia a colpi di water gun, non manca il colpo di grazia sexy umiliante che a questo giro risponde al nome di Splash Chance, grazie al quale possiamo infierire sulle ragazze inermi sparando una raffica d’acqua sui punti “sensibili” per poterle così rimuovere il costume.
Primo della serie ad essere sviluppato direttamente su PlayStation 4, graficamente Peach Beach Splash si presenta dignitoso, le animazioni sono fluide e il frame rate non ha mostrato alcun segnale di cedimento neanche nelle orge più concitate. Le arene non sono moltissime ma sono tutte ben realizzate, dallo stadio allo stabilimento termale, con anfratti di vario tipo e discreto design sia in ampiezza che verticale.
Insomma Peach Beach Splash sembra avere tutto al suo posto, Marvelous riesce laddove Teem Ninja con la serie Dead or Alive Xtreme fallisce, ossia andare oltre il solo fan-service e confezionare anche un bel gioco duraturo (...). Il suo unico limite potrebbe essere rappresentato dal numero di giocatori online, che di certo non sarà paragonabile agli shooter più in voga sul mercato, pur presentando come detto in precedenza una discreta offerta anche modalità in singolo. Ma se nella propria lista amici si ha qualche losco figuro che non disdegna produzioni di questo tipo, con cui organizzare eventualmente serate all’insegna dell’ecchi, allora il divertimento sarà assicurato.
A suo modo sorprendente, Tamsoft, in questa sua iterazione su di un genere non familiare. Senran Kagura: Peach Beach Splash immette in esteriorità stereotipi di bassa animazione giapponese notturna ma non manca di prendere a materia i third personal shooter arena di matrice occidentale, in un 5 contro 5 estroso, vacanziero, sventolatore di orgie di una trentina di seni e natiche ad esorcizzare i primi giorni di pioggia di inizio autunno ma inaspettatamente solido e generoso di contenuti, oltreché di curve, vestiti che si strappano, costumi slacciati.
Composta da action hack ‘n slash più recentemente tendenti al musou, come altre serie di successo anche Senran Kagura, tra un capitolo principale e l’altro, non disdegna variazioni sul tema tramite spin-off, come già avvenuto con Dekamori Senran Kagura (Senran Kagura: Bon Appétit), gioco culinario del 2014 uscito su PS Vita, l’importante è mantenerne il punctum saliens, il fulcro, il motivo per il quale esiste, e quello di Senran Kagura si suppone sia abbastanza intuibile semplicemente guardando gli screenshots del gioco.
Senran Kagura: Peach Beach Splash si insinua dunque nella categoria degli spin-off, ma su di un livello di molto superiore rispetto a quello avvistato in Bon Appétit poiché va ad approdare in quella categoria di videogiochi, gli sparatutto competitivi (più precisamente gli arena shooter in terza persona) che richiede un’attenzione decisamente maggiore rispetto ad un rhythm game culinario, nonché notoriamente affollato di molti esponenti, alcuni dei quali dalla fama indiscussa.
Peach Beach Splash non teme però confronti ed elargisce la sua caratteristica “mercanzìa” fin dalle prime battute di gioco: basta poco infatti per essere letteralmente inondati da un quantitativo di donzelle in bikini come probabilmente mai registrato a memoria di videogiocatore, che si traduce in una deflagrante distribuzione su schermo di prosperosi seni dalle movenze tanto ignare delle leggi della fisica quanto indiscutibilmente ipnotizzanti. Ma pure l’ecchi più spudorato ha senso di esistere allorquando il prodotto risulti divertente e ben confezionato, ed in tal senso Peach Beach Splash, una volta posate possibilmente entrambe le mani sul pad, potrebbe dimostrarsi una gradita sorpresa anche da parte dei più scettici e pervenuti.
Senran Kagura: Peach Beach Splash ha il plot, un torneo di pistolate d’acqua appunto, che riunisce tutte le varie accademie di Shinobi conosciuti nei precedenti Senran Kagura, dalle ragazze della Hanzo Academy a quelle della Gessen Accademy capitanate da Yumi, passando ovviamente per le rivali della Homura Crimson Squad e le avvenenti Hebijo Clandestine. Il PBS, presentato dala misteriosa coppia Mr K e Miss R, è apparentemente un innocuo torneo trasmesso in diretta mondiale (con un certo imbarazzo di alcune partecipanti), ma si scoprirà in seguito avere in realtà altro scopo, come vedremo nella modalità storia. Tale modalità si presenta abbastanza corposa essendo formata da 4 “route”, una per ogni accademia di shinobi e composte loro volta da 10 capitoli, che spaziano da semplici missioni di sterminio di dummies (manichini e piccoli robot), per poi passare per le battaglie contro i team rivali, fino ad arrivare allo scontro con il boss, differente per ogni squadra.
Una volta concluse le 4 storie singole se ne sblocca una quinta, corale e definitiva, atta a tirare le fila della vicenda. Le cut-scene, interamente doppiate, sono presenti prima e dopo ogni match (ma capita che si mettano a dialogare anche durante gli stessi), queste utilizzano ovviamente gli ottimi modelli poligonali del gioco e il risultato è gradevole, anche se di per sé la visuale è statica, le ragazze passano buona parte del tempo a fissare l’immaginaria telecamera anche quando dialogano fra di loro, a mò di visual novel. Poco male comunque, la modalità storia non è che una parte dell’offerta single player di Marvelous; ad essa si aggiungono infatti i Paradise Episodes, una selezione di episodi fuori serie composti da 5 sfide, e dal V-Road Challenge, una sequenza di tornei a difficoltà crescente.
Alla conquista delle nostre vittorie nelle varie modalità si avrà in cambio due tipologie di premio: il denaro e alcuni tipi di carte. La valuta in-game serve ad acquistare la merce in un negozio fornito di ogni genere di costumi, accessori, pettinature, illustrazioni e altri elementi puramente collezionistici. La personalizzazione delle ragazze è totale, tramite la immancabile dressroom possiamo far indossare loro qualunque tipo di costume da bagno, vestiti casual, feticismi annessi e abiti da battaglia ammirati nei precedenti giochi, tutti tendenti a facili strappi e senza che questi siano per forza abbinabili alla proprietaria d'origine. È possibile per esempio pettinare Homura nello stile gothic di Mirai, combattere nei panni di Yumi con la veste di Kagura, cambiare colore dei capelli e via discorrendo, è il gioco stesso a stimolare tale personale diletto dato che le ragazze indossano di default tutte un generico bikini bianco.
Le carte hanno invece uno scopo molto più pratico, e qui si entra in quello che è il vero e proprio sistema di gioco di Peach Beach Splash: queste sono equipaggiabili in battaglia e si dividono in tre tipi, carte weapon, carte skill e carte companion. La carta weapon è la nostra arma, vi sono 10 modelli di pistole d’acqua i quali ricalcano più o meno le tipologie di armi che vediamo negli shooter tradizionali, abbiamo le pistole, gli shotgun, un bel bazooka, i fucili ad ampio raggio o quelli tipo mitraglietta. Ognuna di esse ha due tipi di sparo selezionabile con il tasto L1, ogni colpo consuma un certo quantitativo di acqua obbligandoci a ricaricare quando questa si esaurisce, sta al giocatore scegliere se affidarsi ad un’arma potente che però consuma un litro e mezzo al colpo, oppure preferire spari meno incisivi ma più veloci e oculati. Le carte skill, come si evince dal nome, conferiscono alcune abilità alla loro attivazione in battaglia, come attacchi ad ampio raggio, potenziamento, barriere o abilità curative.
Le companion card, infine, evocano un piccolo esserino che ha il preciso scopo dare più fastidio possibile ai nostri avversari con i suoi attacchi, alcuni di essi sono in grado di infliggere status alterati come veleno o paralisi. In tal modo ogni giocatore va a comporre il proprio “deck” in base al proprio stile di gioco, permettendo una personalizzazione di tutto rispetto, ogni cosa inoltre, dai personaggi, alle armi, alle abilità, è potenziabile tramite l’utilizzo di carte esperienza.
Con tutte queste possibilità di scelta viene meno la divergenza tra un personaggio e l'altro, caratterizzate principalmente dall'attacco fisico (assegnato al tasto quadrato), ma tutto sommato va bene così, la selezione della propria ragazza andrà a gusto personale. Padroneggiare il “dash” (tasto cerchio) e il salto (tasto x), diverso per gittata e ampiezza in base all’arma equipaggiata, sarà fondamentale nella frenesia della battaglia, così come la cooperazione e il gioco di squadra. Avvicinandosi ad una nostra compagna caduta sarà possibile rianimarla, mentre sparando contro i propri alleati si andrà a riempire una specifica barra posta sotto il livello di energia che una volta riempita attiverà il Wet Power Up, un potenziamento che permette di sparare acqua illimitatamente per un certo periodo di tempo.
Alla componente co-op Senran Kagura: Peach Beach Splash dedica un’intera modalità, il co-op survival, una serie di missioni e battaglie in successione da affrontare con uno o più amici. Nel multiplayer (ops, Multi Splash) competitivo online troveremo invece le modalità di battaglia tipiche degli arena shooter, dal combattimento a squadra, al cattura la bandiera, al “queens of the hill”, e se non si trovano sufficienti giocatori online per iniziare la partita, il gioco permette all’host di riempire i posti vacanti con un personaggio manovrato dalla CPU (ma non nelle ranked). Dato però che i giocatori gareggiano con il proprio deck di carte, con tutti gli sbilanciamenti del caso, è saggio tenersi a distanza dall'online finché non si avrà acquisito una certa esperienza del gioco e un'adeguata collezione di skill card, onde evitare pesanti sconfitte.
Ovviamente Senran Kagura non si accontenta di mettere in scena una “normale” battaglia a colpi di water gun, non manca il colpo di grazia sexy umiliante che a questo giro risponde al nome di Splash Chance, grazie al quale possiamo infierire sulle ragazze inermi sparando una raffica d’acqua sui punti “sensibili” per poterle così rimuovere il costume.
Primo della serie ad essere sviluppato direttamente su PlayStation 4, graficamente Peach Beach Splash si presenta dignitoso, le animazioni sono fluide e il frame rate non ha mostrato alcun segnale di cedimento neanche nelle orge più concitate. Le arene non sono moltissime ma sono tutte ben realizzate, dallo stadio allo stabilimento termale, con anfratti di vario tipo e discreto design sia in ampiezza che verticale.
Insomma Peach Beach Splash sembra avere tutto al suo posto, Marvelous riesce laddove Teem Ninja con la serie Dead or Alive Xtreme fallisce, ossia andare oltre il solo fan-service e confezionare anche un bel gioco duraturo (...). Il suo unico limite potrebbe essere rappresentato dal numero di giocatori online, che di certo non sarà paragonabile agli shooter più in voga sul mercato, pur presentando come detto in precedenza una discreta offerta anche modalità in singolo. Ma se nella propria lista amici si ha qualche losco figuro che non disdegna produzioni di questo tipo, con cui organizzare eventualmente serate all’insegna dell’ecchi, allora il divertimento sarà assicurato.
A suo modo sorprendente, Tamsoft, in questa sua iterazione su di un genere non familiare. Senran Kagura: Peach Beach Splash immette in esteriorità stereotipi di bassa animazione giapponese notturna ma non manca di prendere a materia i third personal shooter arena di matrice occidentale, in un 5 contro 5 estroso, vacanziero, sventolatore di orgie di una trentina di seni e natiche ad esorcizzare i primi giorni di pioggia di inizio autunno ma inaspettatamente solido e generoso di contenuti, oltreché di curve, vestiti che si strappano, costumi slacciati.