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Ho trovato molto piacevole la lettura di questa serie composta di soli quattro numeri. La trama e il suo sviluppo sono semplici ma azzeccati e intriganti. Tutto parte dal rapporto conflittuale (o, meglio, di incomunicabilità o non-rapporto) tra fratello e sorella minore (e minorenne) in una famiglia tipica nipponica, per poi arrivare a temi più complessi, maturi e di attualità, ossia il “problema” degli otaku in Giappone, invisi, a quanto pare, al resto della società, e temi molto “audaci” e delicati come il rapporto non solo affettivo tra consanguinei. Non continuo con la trama, non per pigrizia ma per cercare di spoilerare il meno possibile. Posso aggiungere che ho trovato la storia molto lineare, senza “strafalcioni” narrativi o forzature nella sceneggiatura, con una trama molto congruente dall’inizio alla fine, con pochi colpi di scena, “sussulti” o twist ending. C’è una particolare attenzione ai pensieri e alla psicologia di protagonisti e co-protagonisti, sempre considerando che si tratta di pensieri e crucci tipici adolescenziali, e non di “massimi sistemi” o epistemologia, con rimandi anche al “vissuto” del lettore (per chi deve relazionarsi quotidianamente con fratelli e/o sorelle, poiché ribadisco: questo è il fulcro e tema principale della trama).
Il disegno è piuttosto preciso e morbido, con particolare attenzione per i primi piani e le espressioni facciali, piuttosto che per sfondi o panorami, sovente quasi inesistenti. Forse c’è un po’ di fan service con l’ostentazione di gonnelline estremamente corte e costumi da bagno, e l’accenno a biancheria intima… (e io, quando leggo questi manga ambientati nei licei giapponesi, mi domando se anche nella realtà le divise scolastiche femminili siano così corte e striminzite, ma questo è un altro discorso).
Come spesso ho notato nelle serie del Sol Levante, il finale, per quanto abbastanza ben definito per i protagonisti, rimane misterioso per i personaggi secondari. Figure che hanno avuto il loro peso e la loro peculiare caratterizzazione durante il susseguirsi degli eventi, praticamente spariscono a fine storia senza rivelarne il destino. Come accennavo è una caratteristica, questa, piuttosto tipica del fumetto giapponese, dove non sempre tutto è rivelato alla fine, lasciando molti punti in sospeso o alla libera interpretazione del lettore.
Per concludere consiglio questa lettura a chi cerca qualcosa di leggero (nell’accezione positiva del termine) e divertente, ma non troppo, con una strizzatina d’occhio anche a tematiche più serie e complesse.
Buona lettura!