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    3.0/10
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    Ho sempre ritenuto che i Giapponesi nelle loro opere siano intellettualmente onesti, ovvero che se scelgono di creare una storia profonda, sperimentale o da interpretare, avranno un loro perché, avranno cioè le carte in regola per stilare un'opera effettivamente profonda e narrativamente coerente. Questo è quello che ho sempre pensato. Fin quando non ho conosciuto Takashi Miike con "Audition" (e non solo, purtroppo).
    Infatti io adoro film comple1 [ continua a leggere]
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    Trovo che questo live-action rappresenti tutto ciò che la versione animata originale non è riuscita a essere. Ho trovato l'anime di Takahata in più punti forzato nel voler commuovere a ogni costo lo spettatore, e seppur goda di una regia abbastanza buona, a parte la triste storia che può far commuovere - come no - lo spettatore, non c'è molto altro. Si affida cioè unicamente su quello.
    Discorso diverso per questo splendido live-action. A mio avv1 [ continua a leggere]