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    7.5/10
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    Il tempo scorre allo stesso modo per tutti?
    Coloro che sperimentano esperienze particolarmente forti, possono forse differire la loro personale percezione del tempo ?
    Possiamo maturare più velocemente rispetto ad alcuni o rimanere contagiati dalla sindrome di Peter Pan quando ci rifiutiamo semplicemente di crescere perché il futuro ci spaventa?
    Yūgo Ishikawa cerca di rispondere al quesito attraverso 15 volumetti editi da JPop, ottimamente dise1 [ continua a leggere]

    10.0/10
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    E’ sicuramente molto facile rimanere conquistati dall’incredibile bellezza di Levius.
    Sarà forse per il tratto poetico-malinconico di Haruhisa Nakata che si nutre delle dissonanze nell’incontro tra figure, cose, paesaggi ora a fuoco ora solo accennati.
    O forse per il lento incedere del racconto, capace di indagare, al pari di un romanzo in prosa, fatti circostanze e personaggi in maniera quasi casuale, raccogliendone i pochi frammenti nei dialog1 [ continua a leggere]

    7.5/10
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    Con il suo collocarsi in quella zona d'ombra tra il seinen d'intrattenimento e lo shonen adulto, "Btooom!" rappresenta un'opera solo parzialmente riuscita, figlia come è di una prima parte adrenalinica e a tratti quasi entusiasmante, e una seconda (dal sedicesimo volume in poi) in cui emergono una sorta di stanchezza prosecutiva, che favorisce il comparire di tutti quegli stereotipi tipicamente giapponesi, e i limiti nella capacità di sviluppare1 [ continua a leggere]
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    Quando un artista del calibro di Osamu Dazai incontra la qualità grafica di un mangaka del livello di Usumaru Furuya dovremmo aspettarci se non un capolavoro, quantomeno una lettura capace di appassionare, interessare, colpire.
    Purtroppo invece l'unico merito de Lo Squalificato, appare essere quello di stimolare in noi la curiosità di leggerne il romanzo per riuscire a meglio comprendere, o se volete, approfondire, ciò che nel manga rimane sol1 [ continua a leggere]

    5.0/10
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    La ricerca dell'originalità a tutti i costi si scontra spesso con la difficoltà di riuscire ad essere credibili ricorrendo a stilemi narrativi sin troppo abusati.
    Nel tentativo di emergere dal mare magnum della "letteratura" nipponica, Fire Punch si avvale di un soggetto ricolmo di eccessi (zoofilia, incesto, amputazioni, cannibalismo) che, se da un lato risultano essere in qualche modo giustificati da un mondo sprofondato nel buio distopico di1 [ continua a leggere]