Journey

Chi mi conosce davvero sa che io non molto amante dei videogiochi, pertanto scrivere addirittura una recensione su uno di essi può sembra alquanto strano, però questo non si può qualificare come solo un semplice videogioco ma, piuttosto, come un continuo muoversi in un dipinto che tende alla tranquillità e al far provare un'esperienza di tipo onirico.
Ebbene sì, "Journey", prodotto dalla Sony nel 2012, non è solo un videogioco ma un vero e proprio viaggio, come afferma il titolo stesso in inglese, in cui non esistono obbietivi, nulla è obbligatorio, e l'unica cosa con cui il giocatore interagisce davvero è il paesaggio circostante, programmato, si può scrivere, nei minimi dettagli, dal movimento della sabbia a causa del vento alla spostamento di essa per il camminare del protagonista mosso da noi.
Non esistono voci, tutto viene narrato con le immagini. Solo delle brevi istruzioni sui commandi all'inizio, e poi il giocatore è libero di fare ciò che vuole, dirigendosi verso una meta ignota in un vasto campo di dune che sembra infinito.