Recensione
L'attacco dei giganti
7.0/10
La mia bacheca di Tumblr si era riempita di gif e fanart riguardanti questo anime, senza contare tutti quelli che me l'hanno consigliato, per cui, anche solo per decidere se blacklistare tutto o iniziare a rebloggare, mi sono presa del tempo per guardarlo. Sinceramente, ne avevo un po' paura, sia perché quando hai hype riguardante qualcosa, è più probabile restare deluso che soddisfatto, sia perché io tendo ad affezionarmi molto alle cose che leggo e a restarci parecchio male, e sapevo che l'Attacco dei Giganti era un manga che non addolciva le cose. Fortunatamente, entrambe le cose sono state disattese.
In una specie di Medioevo alternativo, gli uomini sono costretti a vivere all'interno di tre muraglie per via dell'esistenza dei Giganti (o Titani, ancora non ho capito quale sia la traduzione più corretta), enormi essere umanoidi il cui scopo pare essere quello di distruggere l'intera umanità, dato che sgranocchiano gli uomini allegramente pur non avendo necessità reale di cibarsene.
Già da questa prima trama, si capiscono due cose essenziali. La prima è che si tratta di una storia estremamente cruda, terribile, con scene poste anche in una maniera per risultare il più angosciante possibile. I disegni dei giganti passano dall'essere spaventoso all'essere disgustoso all'essere grottesco, questi enormi bambolotti nudi e assessuati che corrono sgraziatamente quasi come dei neonati che allungano le mani senza sapere bene cosa stanno afferrando. Come avevo previsto, nulla viene addolcito, i personaggi sono più carne da macello che altro e le scene splatter o violente non sono poste tanto per fare scena, ma risultano quasi poetiche nel rendere la crudezza di questo mondo dove vige la legge del più forte e sono tutti sacrificabili per un bene superiore.
Questo però porta il primo problema che ho riscontrato nella visione, cioè l'assenza totale di empatia provata con i personaggi. Per dire, se la storia finisse con i giganti che banchettano sui resti dell'ultimo muro, non me ne importerebbe nulla, e considerato che ho iniziato quest'anime con la paura di piangere ad ogni morte, non so se prenderlo come un fattore del tutto negativo. Pur essendoci infatti il gruppo dei protagonisti, l'Attacco dei Giganti è un manga estremamente corale, che per di più tende a manifestare gli istinti più bassi degli uomini, il che mi ha reso molto difficile trovare qualcuno da apprezzare o a cui affezionarmi. I personaggi sono tanti, troppi considerando che molti di loro diventano cibo per i giganti ancora prima di aver la possibilità di farsi conoscere, altri spariscono per un sacco di tempo e quanto tornano c'è altro a cui pensare che al loro ritorno. Un anime che fa della morte il protagonista principale, trovo poi che sia una pecca alzare le spalle senza disperarsi per tutte queste morti o sentirsi in qualche modo coinvolti. Soprattutto, è anche difficile immedesimarsi nel dolore dei sopravvissuti, quando le relazioni fra di loro ci sono state mostrate in modo superficiale (unica eccezione, per ovvi motivi, i tre protagonisti). Almeno, per me è stato così, totale indifferenza per chiunque, anche per quelli potenzialmente più interessanti.
Ciò però non significa che i personaggi siano caratterizzati male, tutt'altro. Anzi, come ho detto molti presentano certe bassezze umane, lotte per la sopravvivenza a costo di sacrificare gli altri, suicidi, codardie, ipocrisie anche se a fin di bene, inganni, che ciò che viene presentato è sicuramente un vasto variegato di caratteristiche realistiche, pur in personaggi che, per ragioni di trama, vengono presentati pochissimo. Anzi, i pochi che presentano caratteristiche positive, come ad esempio il protagonista, sono quelli che in media prendono le peggiori batoste, sia fisicamente sia mentalmente.
La seconda cosa essenziale della trama sono, ovviamente, i misteri che porta con sé. Cosa sono esattamente in giganti, che sembrano creature quasi immortali? Da dove arrivano? Cos'è successo in passato? E man mano che la trama procede, per una cosa che si spiega si aprono diverse possibilità e potenzialità. Il merito di questi venticinque episodi non è affatto svelarti qualcosa, ma portarti a voler andare avanti alla seconda serie, dopo averti dato le basi per capire cosa sta succedendo.
Questo porta alla seconda problematica che ho riscontrato nella visione. Arrivata all'incirca all'episodio 20, mi sono guardata indietro e mi sono detta "com'è che non è ancora successo niente?" Ora, in realtà è ovvio che questo non è vero, in 20 episodi succede abbastanza, ma ciò nonostante ho l'impressione che ci sia un disequilibro tra i fatti accaduti e il tempo speso per questi fatti. Non voglio dare totalmente la colpa all'anime, dato che è un pezzo che non ne guardo e magari è semplicemente il ritmo normale in certe situazioni, ma ammetto di essermi sentita parecchi frustrata della cosa. Se lo scopo fosse stato farmi partecipe della stessa frustrazione che provano i personaggi a non sapere ancora nulla dei giganti e a combattere praticamente per niente, allora missione riuscita. Nell'altro caso, un po' di noia c'è stata. Nulla di eccessivo, anche perché non è che pensassi di poter ottenere tutto subito, ma soprattutto se paragonato al casino che succede negli ultimi episodi (e che penso continuerà nella seconda serie) la prima parte è veramente solo una lenta preparazione.
Il secondo problema in realtà è un non-problema, nel senso che me li faccio solo io 'sti problemi. Il setting di Attacco dei Giganti mi è piaciuto molto, sia per il fatto di questo Medioevo alternativo con tecnologie adatte a sconfiggere i giganti, sia perché i personaggi ormai non hanno ricordi del mondo esterno, tanto da non sapere nemmeno che esistono gli oceani. Dall'altro, però, mi è stata messa la pulce nell'orecchio riguardo alla presenza rara di persone provenienti dall' "oriente". Questo perché ho iniziato a domandarmi esattamente come sia fatto questo mondo immaginario, se gli uomini adesso si trovano più o meno dove sarebbe l'Europa e persone orientali o di colore sono rare (personaggi di colore non ce ne sono, tra l'altro... Il che mi fa chiedere se i pochi rimasti siano davvero considerati essere speciali da vendere ai nobili oppure se si siano completamente estinti), anche magari per capire da dove si è sviluppato l'arrivo di questi misteriosi Giganti. In fondo, i nomi sembrano inglesi-francesizzanti. Mi rendo conto che sia un problema di poco conto, ma non avrei avuto mai il tarlo se l'autore stesso non avesse nominato l'oriente. Sicuramente in futuro avremo tutte le spiegazioni riguardanti i Giganti e il loro arrivo, per lo meno me lo auguro, ma ho il sospetto, spero infondato, che invece non ne sapremo di più sul mondo esterno, che sia stata una cosa lanciata lì per creare mistero sull'esterno per poi non essere mai più ripresa. Felicissima di sbagliarmi, ovviamente.
Nota di merito alle opening, le ho adorate, soprattutto la seconda (più la musica del video, a dire la verità). Anche comunque il modo di impostare le scene, la musica, è tutto funzionale al messaggio che si vuole dare e funziona perfettamente.
Chiaramente, l'Attacco dei Giganti non finisce, anzi, le ultime puntate aprono altri archi potenzialmente più interessanti di quelli visti finora, quindi il futuro spettatore deve sapere che resterà appeso ma con la probabilità di avere un futuro seguito. Resta comunque una visione piacevole (per quanto non sono sicura che vedere cadaveri ad ogni piè sospinto lo sia!), interessante e assolutamente consigliata.
In una specie di Medioevo alternativo, gli uomini sono costretti a vivere all'interno di tre muraglie per via dell'esistenza dei Giganti (o Titani, ancora non ho capito quale sia la traduzione più corretta), enormi essere umanoidi il cui scopo pare essere quello di distruggere l'intera umanità, dato che sgranocchiano gli uomini allegramente pur non avendo necessità reale di cibarsene.
Già da questa prima trama, si capiscono due cose essenziali. La prima è che si tratta di una storia estremamente cruda, terribile, con scene poste anche in una maniera per risultare il più angosciante possibile. I disegni dei giganti passano dall'essere spaventoso all'essere disgustoso all'essere grottesco, questi enormi bambolotti nudi e assessuati che corrono sgraziatamente quasi come dei neonati che allungano le mani senza sapere bene cosa stanno afferrando. Come avevo previsto, nulla viene addolcito, i personaggi sono più carne da macello che altro e le scene splatter o violente non sono poste tanto per fare scena, ma risultano quasi poetiche nel rendere la crudezza di questo mondo dove vige la legge del più forte e sono tutti sacrificabili per un bene superiore.
Questo però porta il primo problema che ho riscontrato nella visione, cioè l'assenza totale di empatia provata con i personaggi. Per dire, se la storia finisse con i giganti che banchettano sui resti dell'ultimo muro, non me ne importerebbe nulla, e considerato che ho iniziato quest'anime con la paura di piangere ad ogni morte, non so se prenderlo come un fattore del tutto negativo. Pur essendoci infatti il gruppo dei protagonisti, l'Attacco dei Giganti è un manga estremamente corale, che per di più tende a manifestare gli istinti più bassi degli uomini, il che mi ha reso molto difficile trovare qualcuno da apprezzare o a cui affezionarmi. I personaggi sono tanti, troppi considerando che molti di loro diventano cibo per i giganti ancora prima di aver la possibilità di farsi conoscere, altri spariscono per un sacco di tempo e quanto tornano c'è altro a cui pensare che al loro ritorno. Un anime che fa della morte il protagonista principale, trovo poi che sia una pecca alzare le spalle senza disperarsi per tutte queste morti o sentirsi in qualche modo coinvolti. Soprattutto, è anche difficile immedesimarsi nel dolore dei sopravvissuti, quando le relazioni fra di loro ci sono state mostrate in modo superficiale (unica eccezione, per ovvi motivi, i tre protagonisti). Almeno, per me è stato così, totale indifferenza per chiunque, anche per quelli potenzialmente più interessanti.
Ciò però non significa che i personaggi siano caratterizzati male, tutt'altro. Anzi, come ho detto molti presentano certe bassezze umane, lotte per la sopravvivenza a costo di sacrificare gli altri, suicidi, codardie, ipocrisie anche se a fin di bene, inganni, che ciò che viene presentato è sicuramente un vasto variegato di caratteristiche realistiche, pur in personaggi che, per ragioni di trama, vengono presentati pochissimo. Anzi, i pochi che presentano caratteristiche positive, come ad esempio il protagonista, sono quelli che in media prendono le peggiori batoste, sia fisicamente sia mentalmente.
La seconda cosa essenziale della trama sono, ovviamente, i misteri che porta con sé. Cosa sono esattamente in giganti, che sembrano creature quasi immortali? Da dove arrivano? Cos'è successo in passato? E man mano che la trama procede, per una cosa che si spiega si aprono diverse possibilità e potenzialità. Il merito di questi venticinque episodi non è affatto svelarti qualcosa, ma portarti a voler andare avanti alla seconda serie, dopo averti dato le basi per capire cosa sta succedendo.
Questo porta alla seconda problematica che ho riscontrato nella visione. Arrivata all'incirca all'episodio 20, mi sono guardata indietro e mi sono detta "com'è che non è ancora successo niente?" Ora, in realtà è ovvio che questo non è vero, in 20 episodi succede abbastanza, ma ciò nonostante ho l'impressione che ci sia un disequilibro tra i fatti accaduti e il tempo speso per questi fatti. Non voglio dare totalmente la colpa all'anime, dato che è un pezzo che non ne guardo e magari è semplicemente il ritmo normale in certe situazioni, ma ammetto di essermi sentita parecchi frustrata della cosa. Se lo scopo fosse stato farmi partecipe della stessa frustrazione che provano i personaggi a non sapere ancora nulla dei giganti e a combattere praticamente per niente, allora missione riuscita. Nell'altro caso, un po' di noia c'è stata. Nulla di eccessivo, anche perché non è che pensassi di poter ottenere tutto subito, ma soprattutto se paragonato al casino che succede negli ultimi episodi (e che penso continuerà nella seconda serie) la prima parte è veramente solo una lenta preparazione.
Il secondo problema in realtà è un non-problema, nel senso che me li faccio solo io 'sti problemi. Il setting di Attacco dei Giganti mi è piaciuto molto, sia per il fatto di questo Medioevo alternativo con tecnologie adatte a sconfiggere i giganti, sia perché i personaggi ormai non hanno ricordi del mondo esterno, tanto da non sapere nemmeno che esistono gli oceani. Dall'altro, però, mi è stata messa la pulce nell'orecchio riguardo alla presenza rara di persone provenienti dall' "oriente". Questo perché ho iniziato a domandarmi esattamente come sia fatto questo mondo immaginario, se gli uomini adesso si trovano più o meno dove sarebbe l'Europa e persone orientali o di colore sono rare (personaggi di colore non ce ne sono, tra l'altro... Il che mi fa chiedere se i pochi rimasti siano davvero considerati essere speciali da vendere ai nobili oppure se si siano completamente estinti), anche magari per capire da dove si è sviluppato l'arrivo di questi misteriosi Giganti. In fondo, i nomi sembrano inglesi-francesizzanti. Mi rendo conto che sia un problema di poco conto, ma non avrei avuto mai il tarlo se l'autore stesso non avesse nominato l'oriente. Sicuramente in futuro avremo tutte le spiegazioni riguardanti i Giganti e il loro arrivo, per lo meno me lo auguro, ma ho il sospetto, spero infondato, che invece non ne sapremo di più sul mondo esterno, che sia stata una cosa lanciata lì per creare mistero sull'esterno per poi non essere mai più ripresa. Felicissima di sbagliarmi, ovviamente.
Nota di merito alle opening, le ho adorate, soprattutto la seconda (più la musica del video, a dire la verità). Anche comunque il modo di impostare le scene, la musica, è tutto funzionale al messaggio che si vuole dare e funziona perfettamente.
Chiaramente, l'Attacco dei Giganti non finisce, anzi, le ultime puntate aprono altri archi potenzialmente più interessanti di quelli visti finora, quindi il futuro spettatore deve sapere che resterà appeso ma con la probabilità di avere un futuro seguito. Resta comunque una visione piacevole (per quanto non sono sicura che vedere cadaveri ad ogni piè sospinto lo sia!), interessante e assolutamente consigliata.