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    Questa è la prima volta che mi sono approcciato ad Asano in vita mia, sebbene sia un mangaka molto noto a zoomer e millennial. Ho deciso di affrontare quest'opera per via delle tematiche in essa contenute (l'ossessione per il primo amore, il trauma della crescita) e dello stile di disegno simbolico (il protagonista e la sua famiglia sono rappresentati come uccellini stilizzati). L'arco narrativo, denso di riflessioni e ammiccamenti surreali, per1 [ continua a leggere]

    3.0/10
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    Adattare un "gioco" come "Yume Nikki" è un compito decisamente gravoso ed ambizioso, e il fallimento è dietro l'angolo, giacché basta poco per mandare all'aria il particolarissimo mood dell'opera originale, che di fatto è estrema, truce, angosciosa e allo stesso tempo opprimente: tutto si basa sull'atmosfera, sui simboli, sulla psicologia e l'antropologia - rimando il lettore interessato al "gioco" alla mia recensione approfondita, nella quale m1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Shintaro Kago è un pazzo. Decostruttore estremo del fumetto, così efferato da reputare il suo stesso operato come merda, attraverso una perizia tecnica incontestabile, che si rifà all'iperrealismo grafico di Otomo e Maruo, il mangaka muove una satira grottesca di grande impatto, che fa di tutto per rimanere impressa nella mente del lettore, ponendosi con grande prepotenza attraverso corpi squartati in mille pezzi, cadaveri in putrefazione, sangu1 [ continua a leggere]
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    "Hunter x Huter" è uno shounen decisamente atipico; una di quelle letture le quali inizialmente ingannano, ma che in seguito si rivelano formidabili, imprevedibili, talvolta geniali. Già, perché nell'approcciarsi al primo numero del manga sembra di esser capitati di fronte al ben collaudato viaggio di formazione del solito ragazzino prodigio dai capelli sparati in cerca del padre; tutto sembra banale, ordinario, senza molte cose da dire rispetto1 [ continua a leggere]
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    Non avevo mai conosciuto una tale calma.
    La platea diventava il fondo del mare.
    Davanti ai miei occhi si stendeva il silenzio.
    Dove mi trovo?
    Chi sono?
    Avevo consapevolezza di me stessa, la mia anima si era risvegliata.

    Quella è la luce della Luna.
    Fluttuo nell'aria come se fossi nell'acqua.
    Vibro nella luce come se fossi nel vento.
    D'un tratto avevo la sensazione di udire la voce degli dei.
    Il vento e io eravamo la stessa cosa.
    Il fuoco e1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    L'incontro avviene la prima sera d'estate. Si entra nel bosco come bambini e se ne esce come adulti. Non è un cambiamento fisico quanto una sorta di consapevolezza.
    Noi l'abbiamo sempre considerato un gioco, un'avventura, una curiosità morbosa di sapere come sarebbe stato una volta avuto il proprio Es.
    Per diventare adulti nella società bisogna mostrare il proprio Es. L'incontro avviene nel bosco che circonda il villaggio.
    Lo chiamiamo villag1 [ continua a leggere]
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    La narrazione inizia con un rimando alle desolate rovine cosparse di cadaveri e di sciami di mosche di Hiroshima e Nagasaki; dopodiché si sposta nell'attuale Giappone, dove i vizi e i mali prodotti dall'umanità - ed in particolare da una gioventù ridotta allo sbando - non si sono ancora estinti dopo una catastrofe apocalittica, inimmaginabile ed annichilente. Poco importa che un'anziana donna vampiro sia sopravvissuta all'inferno post atomico e1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Il mio personale trascorso con "Area 88" è stato molto travagliato. In primis ero rimasto letteralmente folgorato dall'OAV tratto dal suddetto manga di Kaoru Shintani, celebre mangaka ed ex assistente di Leiji Matsumoto (una piccola curiosità: lo Yattaran di "Capitan Harlock" è una palese caricatura di Shintani. Egli era il costruttore dei modellini di plastica che Matsumoto utilizzava per realizzare i suoi disegni). Tuttavia, tale OAV era sola1 [ continua a leggere]
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    Il tempo a volte gioca degli strani scherzi: a qualcuno si concede in abbondanza, ad altri in modo più limitato. Lo "ieri" di una persona è il "domani" di un'altra. Anche il presente assume significati molto diversi a seconda che ci si trovi in centro a New York o in uno sperduto villaggio della Nuova Guinea. Anche questa storia non ha una precisa collocazione temporale. Potrebbe essere ambientata in un remoto passato o, per quanto sembri incred1 [ continua a leggere]
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    "God's Child" rientra perfettamente in quel disturbante sottogenere che personalmente amo definire "horror nichilista giapponese", sottogenere del quale "Midori shoujo Tsubaki" e "Litchi Hikari Club" sono un valido esempio di degni rappresentanti. Siamo di fronte alla provocatoria messa in scena della vita di un Gesù Cristo perfettamente antitetico all'originale; un serial killer psicopatico nato da delle feci in una latrina, quanto mai freddo,1 [ continua a leggere]
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    Nella fuligginosa città industriale c'è una sola fonte di luce... il Club della Luce. Una confraternita segreta composta da giovani ragazzi che ha sede in una sporca fabbrica abbandonata. Essi sono al punto di avviare il coronamento del loro sogno, una sofisticata "macchina pensante" umanoide il cui scopo primario è quello di rapire belle ragazze. Allo stesso tempo, i collegiali, e la loro solidarietà reciproca, stanno devolvendo in una melma ne1 [ continua a leggere]

    8.0/10
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    "Oniisama e...", alias "Caro Fratello" per noi italiani, è un'ottimo esempio di shojo anni '70 d'autore. All'epoca, i manga rivolti alle ragazze erano molto melodrammatici, tragici, conditi da eventi spiacevoli, storie d'amore (anche omosessuali) coadiuvate da un triste destino, critica sociale più o meno velata. Uno shojo del 1975 adesso come adesso verrebbe catalogato come seinen. Sono infatti innumerevoli le scene di morte, di disperazione, d1 [ continua a leggere]