In questo nuovo appuntamento con la nostra rubrica di avvicinamento ad Essen ci occuperemo di 3 giochi diversi fra di loro. Il primo è il nuovo dell'autore di Splendor, il secondo del sempreverde Michael Kiesling, il terzo invece colpisce per l'impatto visivo e alcune meccaniche che offre. Andiamo a scoprirli insieme.
Sottolineo anche questa volta che l'aspettativa che ho per i titoli sia frutto di gusti ed esigenze personali, per cui prendetele quel quello che è, ovvero un'espressione numerica di quanto credo potrà piacermi.
Majesty: For the Realm è il nuovo gioco di Marc André, che è l’autore di Splendor.
Si tratta di un gioco in cui avrete davanti a voi una serie di edifici che accoglieranno i personaggi corrispondenti. Ogni edificio ha un potere che si attiva nel istante in cui viene giocato sotto di lui un personaggio. Alcuni danno punti a seconda di quanti personaggi avete sotto di loro, altri permettono di difendersi dagli avversari, altri di attaccarli uccidendo l’inquilino nell’edificio più a sinistra di quelli giocati, altri di recuperarli, prendere meeple extra e così via.
Al centro del tavolo c’’è un mercato in cui vengono girate un certo numero di carte che raffigurano i personaggi dei vostri edifici. Potete prendere una carta per turno, pagando un meeple per ogni carta che saltata: prendere la terza carta vi costerà 2 meeple che saranno posizionali sulle 2 carte saltate. Insieme alla carta prenderete i meeple sopra di essa e a questo punto potete giocarla, applicando gli effetti del relativo edificio.
Il gioco prosegue in questo modo fino alla sua conclusione: oltre i punti già guadagnati si guarda chi ha la maggioranza di persone in ogni edificio e inoltre ogni giocatore riceve un bonus per il numero di edifici occupati. Ogni personaggio nel vostro cimitero, invece, vale un punto negativo.
Semplice, no?
Majesty: For the Realm si gioca da 2 a 4 giocatori in una quarantina di minuti.
Heaven & Ale è un gioco che vede la firma di Michael Kiesling, per cui un designer molto noto, in collaborazione con Andreas Schmidt. Il titolo è abbastanza curioso: un modo piuttosto aulico per dire che dovrete gestire un monastero e produrre della buona birra.
Avrete a vostra disposizione una plancia personale con tanti esagoni in cui potete piazzare delle coltivazioni o alcuni monaci per cercare di guardare soldi e produrre materie prime di qualità. Al centro del tavolo c’è invece un percorso che è dove potrete comprare quello che vi serve per il vostro monastero. Potete muovere il vostro segnalino in avanti e mai indietro, come in Glen More ed Egizia. Potete decidere di andare più avanti per prendere pezzi migliori, ma rischierete poi di lascerete facili acquisti extra ai vostri avversari. Ci sono 5 tipi di risorse con tasselli numerati da 1 a 5, con queste ultimi che sono migliori e più costosi. Una volta comprati gli esagoni andranno posizionati sulla vostra plancia e dovrete scegliere se metterli nella metà di monastero all’ombra, facendo in modo che all’attivazione producano soldi, oppure pagare il doppio e posizionarli nella metà al sole, dove all’attivazione fanno aumentare la qualità dei vostri ingredienti e, di conseguenza, la vostra possibilità di fare punti.
Ma come e quando si attavano i tasselli nella vostra plancia personale? Nel percorso potrete, oltre le tessere, raccogliere dei dischi che, posizionati nella vostra plancia in 10 appositi spazi, li attivano. Ognuno può essere attivato solo una volta durante la partita: 5 raffigurano i 5 territori disponibili e attivano tutti i tasselli corrispondenti nella vostra plancia; 4 i quattro tipi di monaci che, se selezionati, attivano tutti i tasselli che li circondano; l’ultimo spazio raffigura una X e, se selezionato, vi permette di scegliere un numero e di attivare tutti i tasselli che lo riportano.
A questa dinamica si abbinano degli obiettivi di fine partita, che vi frutteranno altri punti, e delle regole per migliorare il vostro mastro birraio, figura molto importante perché oltre a farvi fare più punti vi permette di sfruttare al meglio gli ingredienti di alta qualità.
Una partita a Heaven & Ale può impegnare da 2 a 4 giocatori per circa un’oretta e mezza, forse due.
Rajas of the Ganges è un gioco ambientato in india nel XVI secolo dove vestirete i panni di un raja che dovrà rivaleggiare con gli altri giocatori guadagnando fama e ricchezza.
Si tratta di un piazzamento lavoratori con un paio di contaminazioni che potrebbero dargli quel qualcosa in più per emergere dalla massa. Ogni giocatore ha a disposizione dei lavoratori e una plancia che rappresenta la sua provincia. In questa dovrà piazzare delle tessere acquistabili usando una delle azioni possibili, la cava, ricevendo in cambio risorse e vari tipi di bonus, ma soprattutto costruendo la base per in seguito ottenere denaro e fama con le altre azioni.
Potete in alternativa piazzare un lavoratore sul mercato e guadagnare soldi a seconda di quali e quanti mercati, dei 3 tipi di risorse disponibili, avete nella vostra provincia.
Potete invece optare per visitare il palazzo, che vi permette di scambiare i vostri dadi, averne di nuovi o, se avete il numero giusto, visitare le stanze per dei poteri extra.
Infine se avete un 1, un 2 o un 3 potete muovere la vostra barca di altrettanti spazi nel tracciato fiume e prendere il bonus della casella in cui vi fermate.
Essendoci i dadi è introdotta l’alea, ma la peculiarità del gioco è che le risorse non sono rappresentate dal solito cubetto, ma proprio dai dati, che vengono tirati nel momento in cui sono acquisite e messi in una delle mani della Dea Kali, che può tenerne un massimo di 10. Sarà il vostro karma vi permetterà di mitigare la malasorte e, come ben sapete, anche il karma va guadagnato: per un punto karma, potrete girare un dado nella sua faccia opposta.
Il gioco prosegue fintato un giocatore innesca la fine della partita, che avviene in un modo piuttosto: non vince chi ha più denaro o chi acquisisce più fama, ma chi prima riesce a fare incrociare i due tracciati. Mi spiego meglio: il tracciato per segnare il denaro parte da un lato e si spinge fino all’opposto, quello della fama scorre nella direzione opposta. Se per ipotesi guadagnate 50 punti denaro e 50 fama, ipotizzando che le scale siano da 100, avrete innescato la fine della partita e vi candiderete per la vittoria. Lo stesso accadrebbe se avete un 30 e un 70.
Potete consultare gli altri speciali di Essen 2017 finora pubblicati seguendo questi link:
Sottolineo anche questa volta che l'aspettativa che ho per i titoli sia frutto di gusti ed esigenze personali, per cui prendetele quel quello che è, ovvero un'espressione numerica di quanto credo potrà piacermi.
Majesty: For the Realm
Majesty: For the Realm è il nuovo gioco di Marc André, che è l’autore di Splendor.
Si tratta di un gioco in cui avrete davanti a voi una serie di edifici che accoglieranno i personaggi corrispondenti. Ogni edificio ha un potere che si attiva nel istante in cui viene giocato sotto di lui un personaggio. Alcuni danno punti a seconda di quanti personaggi avete sotto di loro, altri permettono di difendersi dagli avversari, altri di attaccarli uccidendo l’inquilino nell’edificio più a sinistra di quelli giocati, altri di recuperarli, prendere meeple extra e così via.
Al centro del tavolo c’’è un mercato in cui vengono girate un certo numero di carte che raffigurano i personaggi dei vostri edifici. Potete prendere una carta per turno, pagando un meeple per ogni carta che saltata: prendere la terza carta vi costerà 2 meeple che saranno posizionali sulle 2 carte saltate. Insieme alla carta prenderete i meeple sopra di essa e a questo punto potete giocarla, applicando gli effetti del relativo edificio.
Il gioco prosegue in questo modo fino alla sua conclusione: oltre i punti già guadagnati si guarda chi ha la maggioranza di persone in ogni edificio e inoltre ogni giocatore riceve un bonus per il numero di edifici occupati. Ogni personaggio nel vostro cimitero, invece, vale un punto negativo.
Semplice, no?
Majesty: For the Realm si gioca da 2 a 4 giocatori in una quarantina di minuti.
Aspettative: 5/5
Questo gioco sembra essere il vero successore di Splendor: si colloca nella stessa fascia di peso e penso possa offrire la stessa accessibilità, immediatezza e coinvolgimento. E' sicuramente diverso come dinamiche, ma intravedo quelle caratteristiche che lo hanno reso tanto popolare. Ovviamente quello che sulla carta sembra vincente non è detto risulti altrettanto divertente da giocato, soprattutto quando si tratta di giochi adatti ad un target piuttosto vasto. Ciò nonostante, credo lo acquisterò senza troppe esitazioni.
Questo gioco sembra essere il vero successore di Splendor: si colloca nella stessa fascia di peso e penso possa offrire la stessa accessibilità, immediatezza e coinvolgimento. E' sicuramente diverso come dinamiche, ma intravedo quelle caratteristiche che lo hanno reso tanto popolare. Ovviamente quello che sulla carta sembra vincente non è detto risulti altrettanto divertente da giocato, soprattutto quando si tratta di giochi adatti ad un target piuttosto vasto. Ciò nonostante, credo lo acquisterò senza troppe esitazioni.
Heaven & Ale
Heaven & Ale è un gioco che vede la firma di Michael Kiesling, per cui un designer molto noto, in collaborazione con Andreas Schmidt. Il titolo è abbastanza curioso: un modo piuttosto aulico per dire che dovrete gestire un monastero e produrre della buona birra.
Avrete a vostra disposizione una plancia personale con tanti esagoni in cui potete piazzare delle coltivazioni o alcuni monaci per cercare di guardare soldi e produrre materie prime di qualità. Al centro del tavolo c’è invece un percorso che è dove potrete comprare quello che vi serve per il vostro monastero. Potete muovere il vostro segnalino in avanti e mai indietro, come in Glen More ed Egizia. Potete decidere di andare più avanti per prendere pezzi migliori, ma rischierete poi di lascerete facili acquisti extra ai vostri avversari. Ci sono 5 tipi di risorse con tasselli numerati da 1 a 5, con queste ultimi che sono migliori e più costosi. Una volta comprati gli esagoni andranno posizionati sulla vostra plancia e dovrete scegliere se metterli nella metà di monastero all’ombra, facendo in modo che all’attivazione producano soldi, oppure pagare il doppio e posizionarli nella metà al sole, dove all’attivazione fanno aumentare la qualità dei vostri ingredienti e, di conseguenza, la vostra possibilità di fare punti.
Ma come e quando si attavano i tasselli nella vostra plancia personale? Nel percorso potrete, oltre le tessere, raccogliere dei dischi che, posizionati nella vostra plancia in 10 appositi spazi, li attivano. Ognuno può essere attivato solo una volta durante la partita: 5 raffigurano i 5 territori disponibili e attivano tutti i tasselli corrispondenti nella vostra plancia; 4 i quattro tipi di monaci che, se selezionati, attivano tutti i tasselli che li circondano; l’ultimo spazio raffigura una X e, se selezionato, vi permette di scegliere un numero e di attivare tutti i tasselli che lo riportano.
A questa dinamica si abbinano degli obiettivi di fine partita, che vi frutteranno altri punti, e delle regole per migliorare il vostro mastro birraio, figura molto importante perché oltre a farvi fare più punti vi permette di sfruttare al meglio gli ingredienti di alta qualità.
Una partita a Heaven & Ale può impegnare da 2 a 4 giocatori per circa un’oretta e mezza, forse due.
Aspettative: 4/5
Mi piacciono le dinamiche di Glen More e Heaven & Ale me lo ricorda molto. Cambia la fase di piazzamento, ma anche in questo caso si parla di attivazione selettiva, per cui i due titoli mi sembra abbiano davvero molto in comune. Affascinante la divisione della vostra plancia in due parti, così come l’intero sistema di gioco che pare immediato e ricco di scelte significative, caratteristica che come avrete capito apprezzo particolarmente.
Mi piacciono le dinamiche di Glen More e Heaven & Ale me lo ricorda molto. Cambia la fase di piazzamento, ma anche in questo caso si parla di attivazione selettiva, per cui i due titoli mi sembra abbiano davvero molto in comune. Affascinante la divisione della vostra plancia in due parti, così come l’intero sistema di gioco che pare immediato e ricco di scelte significative, caratteristica che come avrete capito apprezzo particolarmente.
Rajas of the Ganges
Rajas of the Ganges è un gioco ambientato in india nel XVI secolo dove vestirete i panni di un raja che dovrà rivaleggiare con gli altri giocatori guadagnando fama e ricchezza.
Si tratta di un piazzamento lavoratori con un paio di contaminazioni che potrebbero dargli quel qualcosa in più per emergere dalla massa. Ogni giocatore ha a disposizione dei lavoratori e una plancia che rappresenta la sua provincia. In questa dovrà piazzare delle tessere acquistabili usando una delle azioni possibili, la cava, ricevendo in cambio risorse e vari tipi di bonus, ma soprattutto costruendo la base per in seguito ottenere denaro e fama con le altre azioni.
Potete in alternativa piazzare un lavoratore sul mercato e guadagnare soldi a seconda di quali e quanti mercati, dei 3 tipi di risorse disponibili, avete nella vostra provincia.
Potete invece optare per visitare il palazzo, che vi permette di scambiare i vostri dadi, averne di nuovi o, se avete il numero giusto, visitare le stanze per dei poteri extra.
Infine se avete un 1, un 2 o un 3 potete muovere la vostra barca di altrettanti spazi nel tracciato fiume e prendere il bonus della casella in cui vi fermate.
Essendoci i dadi è introdotta l’alea, ma la peculiarità del gioco è che le risorse non sono rappresentate dal solito cubetto, ma proprio dai dati, che vengono tirati nel momento in cui sono acquisite e messi in una delle mani della Dea Kali, che può tenerne un massimo di 10. Sarà il vostro karma vi permetterà di mitigare la malasorte e, come ben sapete, anche il karma va guadagnato: per un punto karma, potrete girare un dado nella sua faccia opposta.
Il gioco prosegue fintato un giocatore innesca la fine della partita, che avviene in un modo piuttosto: non vince chi ha più denaro o chi acquisisce più fama, ma chi prima riesce a fare incrociare i due tracciati. Mi spiego meglio: il tracciato per segnare il denaro parte da un lato e si spinge fino all’opposto, quello della fama scorre nella direzione opposta. Se per ipotesi guadagnate 50 punti denaro e 50 fama, ipotizzando che le scale siano da 100, avrete innescato la fine della partita e vi candiderete per la vittoria. Lo stesso accadrebbe se avete un 30 e un 70.
Aspettative: 3/5
Più che la meccanica di piazzamento, che è abbastanza classica, trovo interessante la miscela di elementi diversi che Rajas of the Ganges offre. Curioso come si trasformi alla fine in un race game, dove vince chi arriva per prima ad un certo punteggio. Bello che ci siano 2 strade diverse per arrivarci, ovvero denaro e fama. La scommessa più grande, forse la più affascinante, è l’utilizzare i dadi come risorsa: sarà davvero sufficiente la gestione dei dadi offerta dal palazzo e dal karma ad impedire all’alea di essere determinante nel determinare il risultato delle partite? Non ne sono certo ahimè, anzi, temo non sia così.
Più che la meccanica di piazzamento, che è abbastanza classica, trovo interessante la miscela di elementi diversi che Rajas of the Ganges offre. Curioso come si trasformi alla fine in un race game, dove vince chi arriva per prima ad un certo punteggio. Bello che ci siano 2 strade diverse per arrivarci, ovvero denaro e fama. La scommessa più grande, forse la più affascinante, è l’utilizzare i dadi come risorsa: sarà davvero sufficiente la gestione dei dadi offerta dal palazzo e dal karma ad impedire all’alea di essere determinante nel determinare il risultato delle partite? Non ne sono certo ahimè, anzi, temo non sia così.
Potete consultare gli altri speciali di Essen 2017 finora pubblicati seguendo questi link:
- Gaia Project e Clans of Caledonia
- Photosynthesis, Ex Libris e Queendomino
- Agra, Merlin e Whistle Stop
- Charterstone, Bunny Kingdom e 1920 Wall Street
- Nusfjord, Keyper e Mountains of Madness
Il primo ricorda molto anche Century: la via delle spezie che mi è piaciuto tantissimo e che ogni volta rigioco con piacere. Il secondo, con le dovute proporzioni, Tokaido e anche in questo caso parliamo di un gioco che ho apprezzato davvero tanto!
La lista per Essen continua ad allungarsi e la cosa inizia a preoccuparmi!!
Il secondo vedremo, più di tutti mi ricorda Glen More. Se fosse sarei felice...
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