Dopo un episodio molto leggero, torniamo a parlare di qualcosa un po' più articolato e sostanzioso che potrete trovare ad Essen: iniziamo da un gioco di esplorazione di ambientazione fantasy per poi partire per un viaggio verso un futuro post apocalittico con 2 giochi che lo immaginano in due modi totalmente opposti: uno nelle atmosfere desertiche alla Mad Max, l'altro in quelle sommerse di Waterworld.
Sottolineo anche questa volta che l'aspettativa che ho per i titoli sia frutto di gusti ed esigenze personali, per cui prendetele quel quello che è, ovvero un'espressione numerica di quanto credo potrà piacermi.
Parliamo questa volta di un titolo che potrete provare a Essen e che è protagonista proprio in questi giorni una nuova campagna Kickstarter che ha già racimolato circa 3 milioni di dollari, ovvero The 7th Continent. Si tratta di un titolo diverso dal solito: può ricordare un libro gioco, ma al posto del libro vi offre tante, tante carte, più di un migliaio. Può anche considerarsi come un T.I.M.E. Stories sotto steroidi, anche se sembra mantenere una meccanica di gioco abbastanza intuitiva e non troppo articolata.
L’idea è quella di un gruppo di avventurieri che deve esplorare un continente cercando di sconfiggere una maledizione, da soli o accompagnati da altri 3 amici. Avrete piena libertà di azione: viaggiare da soli o in gruppo, avendo in questo modo vantaggi e svantaggi. Il succo del gioco è che avrete un mazzo di carte che sta a rappresentare le vostre energie e che va a svuotarsi, esplorazione dopo esplorazione, evento dopo evento, fino ad arrivare alla sua conclusione e al fatidico game over. Se accadesse dovrete riiniziare dall’inizio, rivisitare lo stesso continente, avendo però nuove informazioni, evitando pericoli, sapendo come affrontarli e vivendo nuovi eventi casuali.
Le meccaniche sono interessanti: la mappa va a comporsi carta dopo carta e può nascondere varie insidie e prove da affrontare. Queste richiedono di girare un minimo numero di carte dal mazzo e ottenere un certo valore di successi. Ogni carta può avere mezza o più stelle e se riuscirete a ottenerne abbastanza le cose andranno bene, altrimenti ne subirete le conseguenze. E’ possibile in molti casi decidere di dedicare più energie alla prova, di fatto girando un maggior numero di carte. Il problema è che, girando più carte, ci si avvicina al game over. Tra le carte girate una si può tenere in mano e utilizzarla come abilità nelle future prove.
Sebbene il mazzo vada inesorabilmente verso il proprio esaurimento, lo potete rimpolpare trovando cibo o vivendo situazioni particolarmente riposanti. Sono presenti elementi GDR che partono dalla scelta del personaggio, che ha le sue caratteristiche e abilità, per giungere al guadagnare punti esperienza che possono essere spesi per guadagnare nuove abilità avanzate. Per la strada è possibile trovare oggetti ed equipaggiamenti, che hanno una loro durabilità e applicabilità.
The 7th Continent è vasto, estremamente vasto. E’ impensabile poterlo affrontare in una sola sessione, pertanto è stato introdotto un sistema di salvataggio che vi permette di salvare i vostri progressi e reiniziare.
Prendendo in prestito le ambientazioni alla Mad Max, Wasteland Express Delivery Service vi propone di gestire un servizio di spedizioni in una terra devastata e selvaggia. Nonostante l’aspetto minaccioso del vostro mezzo non vi troverete a combattere con i vostri avversari, il conflitto sarà molto più subdolo e basato sul profitto.
La mappa di gioco è modulare e presenta una grafica molto carica, dove ogni tassello ha una parte centrale in cui non potete muovervi e che sarà riservata solo ai Raiders, che possono minacciare i vostri affari o diventare preziose prede. La parte esterna può essere divisa in più o meno spicchi a seconda del tipo di terreno, più o meno facile da superare.
Le meccaniche di gioco prevedono la selezione di diverse azioni sulla plancia personale del giocatore, che rappresenta il mezzo di trasporto. La più utilizzata darà sicuramente il movimento: pizzate uno dei vostri 5 ingranaggi nella prima delle 3 aree dedicate e, dopo aver mosso, se volete avrete la possibilità di spostare l’ingranaggio in un’altra zona e fare un’azione diversa, senza aspettare la mossa dei vostri avversari. Se invece volete muovervi di più potete sfruttare l’inezia acquisita e decidere di non spostare l’ingranaggio in modo di avere, durante la successiva azione di movimento, un bonus nello spostamento.
Come altre azioni possibili potete affrontare i raiders, consegnare la merce, acquisire potenziamenti per il mezzo o visitare gli outpost, nei quali potrete riparare il mezzo o ingaggiare degli alleati.
Se la casella in cui siete lo consente potreste dover spostare i Raiders in giro per la mappa, per esempio per ostacolare gli avversari. Dovrete anche affrontare le avversità del terreno come la radioattività, che potrebbe causarvi molti problemi.
L’obiettivo è quello di acquisire e completare contratti, che possono essere molto diversi da loro, come affrontare in Raiders, altri pericolosi avversari, recuperare degli artefatti, comprare dei potenziamenti e così via.
Wasteland Express Delivery Service si gioca da 2 a 4 giocatori in circa 2 ore.
Siamo di nuovo in un mondo post apocalittico, questa volta sommerso dagli oceani con l’umanità che cerca di sopravvivere anche recuperando quello della civiltà precedente andato perso nelle acque. In Otys dovrete gestire una squadra di recupero, con sommozzatori che possono immergersi a diverse profondità e recuperare risorse, che vi permettono di soddisfare contratti e guadagnare punti vittoria. Si tratta di un race game, visto che l’obiettivo è raggiungere prima di tutti un determinato punteggio.
In Otys c’è una plancia principale comunque, la colonia, e una in cui il giocatore gestisce la propria squadra di professionisti. Cinque di loro sono immersi in acqua a vari livelli di profondità, da 1 a 5, e potete usarli per esplorare il fondale dove si trovano e recuperare delle risorse. Sfortunatamente l’ossigeno è limitato e dopo aver fatto il loro lavoro sono obbligati a risalire in superficie: ai fini del gioco il sommozzatore usato viene rimesso in alto e gli altri vengono spinti verso il basso. Ad ogni livello corrisponde un’azione nella colonia: quando il sommozzatore è selezionato attiva il suo potere peculiare e svolge quanto gli è permesso dalla colonia, piazzando eventuali risorse nel livello di profondità in cui sta lavorando. Se avrà abbastanza materiale può decidere di completare un contratto e prendere i relativi punti e bonus.
Il problema è che prima di poter svolgere di nuovo l’azione ad un certo livello di profondità è necessario lavorare sui tutti gli altri e, solo alla fine, è possibile riprendere mano i segnalini corrispondenti. Si può in qualche modo aggirare la limitazione potenziando la propria plancia, in modo per esempio di arrivare a raccogliere i segnalini usati solo dopo averne usati 3 su 5.
Ci sono poi un paio di risorse che vi possono rendere la vita più facile, per esempio è possibile cambiare il livello di profondità dei vostri sommozzatori e fare in modo che non debbano tornare a galla dopo aver operato. Gestendo in questo modo le loro peculiari abilità, potrete risultare più efficaci.
Otys è giocabile da 2 a 4 giocatori in circa un’ora.
Potete consultare gli altri speciali di Essen 2017 finora pubblicati seguendo questi link:
Sottolineo anche questa volta che l'aspettativa che ho per i titoli sia frutto di gusti ed esigenze personali, per cui prendetele quel quello che è, ovvero un'espressione numerica di quanto credo potrà piacermi.
The 7th Continent
Parliamo questa volta di un titolo che potrete provare a Essen e che è protagonista proprio in questi giorni una nuova campagna Kickstarter che ha già racimolato circa 3 milioni di dollari, ovvero The 7th Continent. Si tratta di un titolo diverso dal solito: può ricordare un libro gioco, ma al posto del libro vi offre tante, tante carte, più di un migliaio. Può anche considerarsi come un T.I.M.E. Stories sotto steroidi, anche se sembra mantenere una meccanica di gioco abbastanza intuitiva e non troppo articolata.
L’idea è quella di un gruppo di avventurieri che deve esplorare un continente cercando di sconfiggere una maledizione, da soli o accompagnati da altri 3 amici. Avrete piena libertà di azione: viaggiare da soli o in gruppo, avendo in questo modo vantaggi e svantaggi. Il succo del gioco è che avrete un mazzo di carte che sta a rappresentare le vostre energie e che va a svuotarsi, esplorazione dopo esplorazione, evento dopo evento, fino ad arrivare alla sua conclusione e al fatidico game over. Se accadesse dovrete riiniziare dall’inizio, rivisitare lo stesso continente, avendo però nuove informazioni, evitando pericoli, sapendo come affrontarli e vivendo nuovi eventi casuali.
Le meccaniche sono interessanti: la mappa va a comporsi carta dopo carta e può nascondere varie insidie e prove da affrontare. Queste richiedono di girare un minimo numero di carte dal mazzo e ottenere un certo valore di successi. Ogni carta può avere mezza o più stelle e se riuscirete a ottenerne abbastanza le cose andranno bene, altrimenti ne subirete le conseguenze. E’ possibile in molti casi decidere di dedicare più energie alla prova, di fatto girando un maggior numero di carte. Il problema è che, girando più carte, ci si avvicina al game over. Tra le carte girate una si può tenere in mano e utilizzarla come abilità nelle future prove.
Sebbene il mazzo vada inesorabilmente verso il proprio esaurimento, lo potete rimpolpare trovando cibo o vivendo situazioni particolarmente riposanti. Sono presenti elementi GDR che partono dalla scelta del personaggio, che ha le sue caratteristiche e abilità, per giungere al guadagnare punti esperienza che possono essere spesi per guadagnare nuove abilità avanzate. Per la strada è possibile trovare oggetti ed equipaggiamenti, che hanno una loro durabilità e applicabilità.
The 7th Continent è vasto, estremamente vasto. E’ impensabile poterlo affrontare in una sola sessione, pertanto è stato introdotto un sistema di salvataggio che vi permette di salvare i vostri progressi e reiniziare.
Aspettative 4/5
Sono fortemente combattuto se partecipare al Kickstarter o meno: avrei voluto provarlo ad Essen prima, ma per allora la campagna sarà chiusa. Da una parte leggo che sta avendo molti consensi e il gioco pare solito, difficilmente sarà venduto nei negozi o sarà tradotto in italiano, per cui vorrei partecipare alla campagna. Dall’altra è in inglese e giocandolo con mia moglie potrebbe avere difficoltà visto il molto testo. Infine non ho apprezzato Tales of the Arabian Nights, che è un vero e proprio librogioco, perché l’ho trovato troppo casuale e noioso, mentre adoro TIME Stories: se come concetto The 7th Continent si avvicina più al primo, come gameplay sembra avere una solidità simile a quella di TIME Stories e quindi potrebbe diventare un’esperienza ben più coinvolgente di Tales of the Arabian Nights.
Quale sia la mia scelta The 7th Continent rimane un progetto ambizioso, unico nel panorama dei giochi in scatola e che alla prima campagna avevo giudicato di improbabile successo, nonostante i fondi ottenuti. I fatti mi hanno dato torto e sono certo sentiremo molto parlare di The 7th Continent nei prossimi anni.
Sono fortemente combattuto se partecipare al Kickstarter o meno: avrei voluto provarlo ad Essen prima, ma per allora la campagna sarà chiusa. Da una parte leggo che sta avendo molti consensi e il gioco pare solito, difficilmente sarà venduto nei negozi o sarà tradotto in italiano, per cui vorrei partecipare alla campagna. Dall’altra è in inglese e giocandolo con mia moglie potrebbe avere difficoltà visto il molto testo. Infine non ho apprezzato Tales of the Arabian Nights, che è un vero e proprio librogioco, perché l’ho trovato troppo casuale e noioso, mentre adoro TIME Stories: se come concetto The 7th Continent si avvicina più al primo, come gameplay sembra avere una solidità simile a quella di TIME Stories e quindi potrebbe diventare un’esperienza ben più coinvolgente di Tales of the Arabian Nights.
Quale sia la mia scelta The 7th Continent rimane un progetto ambizioso, unico nel panorama dei giochi in scatola e che alla prima campagna avevo giudicato di improbabile successo, nonostante i fondi ottenuti. I fatti mi hanno dato torto e sono certo sentiremo molto parlare di The 7th Continent nei prossimi anni.
Wasteland Express Delivery Service
Prendendo in prestito le ambientazioni alla Mad Max, Wasteland Express Delivery Service vi propone di gestire un servizio di spedizioni in una terra devastata e selvaggia. Nonostante l’aspetto minaccioso del vostro mezzo non vi troverete a combattere con i vostri avversari, il conflitto sarà molto più subdolo e basato sul profitto.
La mappa di gioco è modulare e presenta una grafica molto carica, dove ogni tassello ha una parte centrale in cui non potete muovervi e che sarà riservata solo ai Raiders, che possono minacciare i vostri affari o diventare preziose prede. La parte esterna può essere divisa in più o meno spicchi a seconda del tipo di terreno, più o meno facile da superare.
Le meccaniche di gioco prevedono la selezione di diverse azioni sulla plancia personale del giocatore, che rappresenta il mezzo di trasporto. La più utilizzata darà sicuramente il movimento: pizzate uno dei vostri 5 ingranaggi nella prima delle 3 aree dedicate e, dopo aver mosso, se volete avrete la possibilità di spostare l’ingranaggio in un’altra zona e fare un’azione diversa, senza aspettare la mossa dei vostri avversari. Se invece volete muovervi di più potete sfruttare l’inezia acquisita e decidere di non spostare l’ingranaggio in modo di avere, durante la successiva azione di movimento, un bonus nello spostamento.
Come altre azioni possibili potete affrontare i raiders, consegnare la merce, acquisire potenziamenti per il mezzo o visitare gli outpost, nei quali potrete riparare il mezzo o ingaggiare degli alleati.
Se la casella in cui siete lo consente potreste dover spostare i Raiders in giro per la mappa, per esempio per ostacolare gli avversari. Dovrete anche affrontare le avversità del terreno come la radioattività, che potrebbe causarvi molti problemi.
L’obiettivo è quello di acquisire e completare contratti, che possono essere molto diversi da loro, come affrontare in Raiders, altri pericolosi avversari, recuperare degli artefatti, comprare dei potenziamenti e così via.
Wasteland Express Delivery Service si gioca da 2 a 4 giocatori in circa 2 ore.
Aspettative: 2/5
Il gioco ha una mappa molto carica che trovo un po’ confusionaria. Nonostante le apparenze, Wasteland Express Delivery Service non appare nemmeno così complesso e, visto i molti componenti mobili, credo possa garantire una buona variabilità e longevità. Si tratta di un pickup e delivery di base german a cui sono stati appiccicati alcuni strati di regole aggiuntivi e alcuni elementi degli american tra cui i dadi per risolvere gli scontri, rendendolo a tutti gli effetti un ibrido. Nel complesso non mi sento convinto di quello che ho letto, lo trovo un po’ dispersivo e temo potrebbe andare oltre le 2 ore annunciate che per il tipo di gioco che si prospetta trovo già eccessive.
Il gioco ha una mappa molto carica che trovo un po’ confusionaria. Nonostante le apparenze, Wasteland Express Delivery Service non appare nemmeno così complesso e, visto i molti componenti mobili, credo possa garantire una buona variabilità e longevità. Si tratta di un pickup e delivery di base german a cui sono stati appiccicati alcuni strati di regole aggiuntivi e alcuni elementi degli american tra cui i dadi per risolvere gli scontri, rendendolo a tutti gli effetti un ibrido. Nel complesso non mi sento convinto di quello che ho letto, lo trovo un po’ dispersivo e temo potrebbe andare oltre le 2 ore annunciate che per il tipo di gioco che si prospetta trovo già eccessive.
Otys
Siamo di nuovo in un mondo post apocalittico, questa volta sommerso dagli oceani con l’umanità che cerca di sopravvivere anche recuperando quello della civiltà precedente andato perso nelle acque. In Otys dovrete gestire una squadra di recupero, con sommozzatori che possono immergersi a diverse profondità e recuperare risorse, che vi permettono di soddisfare contratti e guadagnare punti vittoria. Si tratta di un race game, visto che l’obiettivo è raggiungere prima di tutti un determinato punteggio.
In Otys c’è una plancia principale comunque, la colonia, e una in cui il giocatore gestisce la propria squadra di professionisti. Cinque di loro sono immersi in acqua a vari livelli di profondità, da 1 a 5, e potete usarli per esplorare il fondale dove si trovano e recuperare delle risorse. Sfortunatamente l’ossigeno è limitato e dopo aver fatto il loro lavoro sono obbligati a risalire in superficie: ai fini del gioco il sommozzatore usato viene rimesso in alto e gli altri vengono spinti verso il basso. Ad ogni livello corrisponde un’azione nella colonia: quando il sommozzatore è selezionato attiva il suo potere peculiare e svolge quanto gli è permesso dalla colonia, piazzando eventuali risorse nel livello di profondità in cui sta lavorando. Se avrà abbastanza materiale può decidere di completare un contratto e prendere i relativi punti e bonus.
Il problema è che prima di poter svolgere di nuovo l’azione ad un certo livello di profondità è necessario lavorare sui tutti gli altri e, solo alla fine, è possibile riprendere mano i segnalini corrispondenti. Si può in qualche modo aggirare la limitazione potenziando la propria plancia, in modo per esempio di arrivare a raccogliere i segnalini usati solo dopo averne usati 3 su 5.
Ci sono poi un paio di risorse che vi possono rendere la vita più facile, per esempio è possibile cambiare il livello di profondità dei vostri sommozzatori e fare in modo che non debbano tornare a galla dopo aver operato. Gestendo in questo modo le loro peculiari abilità, potrete risultare più efficaci.
Otys è giocabile da 2 a 4 giocatori in circa un’ora.
Aspettative: 3/5
Otys presenta una grafica piuttosto accattivante e un regolamento breve e piuttosto chiaro. Si spiega in fretta e pare accessibile a tutti, ciò nonostante sembra divertente e con delle meccaniche diverse dal solito. La gestione della propria squadra di lavoro, tra poteri e restrizioni, sembra abbastanza varia e ricca di scelte importanti, per cui non ho dubbi che sul breve sia un titolo vincente e in grado di offrire anche una certa profondità. Ho qualche timore in più sulla longevità: la struttura che propone potrebbe essere piuttosto lineare e temo che dopo qualche partita sia abbastanza chiaro come agire, anche in quanto non sono certo ci sia sufficiente iterazione tra i giocatori.
Otys presenta una grafica piuttosto accattivante e un regolamento breve e piuttosto chiaro. Si spiega in fretta e pare accessibile a tutti, ciò nonostante sembra divertente e con delle meccaniche diverse dal solito. La gestione della propria squadra di lavoro, tra poteri e restrizioni, sembra abbastanza varia e ricca di scelte importanti, per cui non ho dubbi che sul breve sia un titolo vincente e in grado di offrire anche una certa profondità. Ho qualche timore in più sulla longevità: la struttura che propone potrebbe essere piuttosto lineare e temo che dopo qualche partita sia abbastanza chiaro come agire, anche in quanto non sono certo ci sia sufficiente iterazione tra i giocatori.
Potete consultare gli altri speciali di Essen 2017 finora pubblicati seguendo questi link:
- Gaia Project e Clans of Caledonia
- Photosynthesis, Ex Libris e Queendomino
- Agra, Merlin e Whistle Stop
- Charterstone, Bunny Kingdom e 1920 Wall Street
- Nusfjord, Keyper e Mountains of Madness
- Majesty: For the Realm, Heaven & Ale e Rajas of the Ganges
- Dice Hospital, Altiplano e Password Express
- TransAtlantic, Clank! In! space! e The Palace of Mad King Ludwig
- Azul, Pulsar 2849 e Calimala
- Yokohama, Alien Artifact e Dinosaur Island
- The Fox in the Forest, Coaster Park e That's a Question!
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