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    6.5/10
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    Un fumetto che purtroppo non riesce ad essere bello come i precedenti di Ken Akamatsu e forse verrà ricordato solo in quanto sua ultima opera (perché ora è entrato in politica).
    Partiamo dall'inizio: UQ è concepito come un seguito diretto di Negima, anche se nella prima parte la cosa viene abbastanza camuffata, ed è possibile notare subito due grossi cambiamenti rispetto al famoso predecessore: il primo è il tentativo di realizzare un opera dai1 [ continua a leggere]
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    Ammetto di non aver mai letto "Orange Road", lo conosco solo di fama, e proprio per questo ebbi la curiosità di comprare il volumetto in questione che però, con tutto il rispetto per il compianto autore, non è stata una lettura orribile, ma neppure molto entusiasmante.
    Siamo di fronte ad un'opera molto ridotta come dimensioni e il contenuto pare essere un insieme di idee di vario genere unite alla rinfusa.
    La prima storia è un extra di OR (Pani1 [ continua a leggere]
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    Spin-off manga di un titolo tra i più di celebri di sempre, e che proprio per questo è stato sfruttato in maniera non sempre degna, quest'opera si distingue dalle altre derivate per una certa originalità. Nel senso che, anche se non mostra nulla di veramente nuovo, almeno qui abbiamo una versione dei nostri completamente diversa da quella degli altri manga derivati, che partivano tutti dalla felice realtà alternativa mostrata nel 26° episodio tv1 [ continua a leggere]
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    Dopo la lettura di questo fumetto, ho avuto la stessa impressione che si prova quando prima si ascolta la descrizione di una determinata opera e poi la si vede con i propri occhi. Risultato: l'opera vista direttamente è molto meglio! Questa trasposizione manga di un film che amo tantissimo ne segue in maniera assai fedele la trama (c'è giusto qualche dettaglio a volte in più e a volte in meno) ma ha un unico e grande difetto, ossia non riesce a1 [ continua a leggere]

    6.0/10
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    Questo manga lo comprai a suo tempo perché incuriosito dalla serie anime che il fumetto introduce, mostrandoci come nasce il gruppo delle protagoniste: e proprio come l'anime, anche il manga appartiene alle opere non inguardabili, ma dimenticabili.

    Partiamo dai disegni: molto delicati come tratto e anche molto essenziali, talmente essenziali che nei momenti comici diventano spesso dei disegnini semplici come quelli dei bambini e questa essenzia1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Questo manga lo comprai per curiosità all'epoca della sua uscita, mi piacque pure abbastanza e poi me ne dimenticai, finché non l'ho riletto ultimamente. "Labyrinth" si presenta come un manga del genere investigativo che però ha la caratteristica abbastanza particolare di accantonare questo genere man mano che la storia procede, tanto che nella parte finale il protagonista Mayuki non conduce alcune indagine. Questo non è necessariamente un difet1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Un'altra piacevole raccolta di piccole storie, che si differenzia da Rumic Short e Theater perchè qui viene meno l'intenzione 'umanistica', ossia il voler fare una piccola panoramica di situazioni umane che spingano alla riflessione. In qualche caso questa intenzione si intravede ancora, ma stavolta lo scopo della raccolta è l'intrattenimento puro e semplice, con l'autrice che affronta, bene, il genere commedia virato verso toni malinconici-fant1 [ continua a leggere]

    7.5/10
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    Una serie di piccole storie semplici e insieme delicate sui problemi, sui drammi, sulle speranze e sulle gioie (in tutti i casi, questioni piccole per il mondo, enormi per i protagonisti) della quotidianità nipponica, con l'autrice che si conferma ancora come capace di illustrare diversi aspetti dell'animo umano, il tutto accompagnato dai suoi disegni che come sempre sono semplici e allo stesso tempo espressivi, e da una simpatica spruzzata di s1 [ continua a leggere]

    7.0/10
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    Una piacevole raccolta di sei storie brevi con cui la Takahashi dimostra la sua abilità di saper toccare le varie corde di umanità che si celano dietro l'apparenza, sul piano formale sempre impeccabile, della realtà giapponese. Vediamo quindi mescolarsi momenti di orgoglio e piccole meschinità, il saper ammettere gli errori per imparare e la testardaggine di chi persiste anche nell'errore, la malinconia del rimpianto, lo stress del mondo moderno1 [ continua a leggere]
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    Un titolo che si è rivelato un piccolo gioiello: se come intreccio non presenta una grande originalità e cerca di metterci tutto quello che ci si aspetterebbe da un fantasy avventuroso, tuttavia ha un bel ritmo, la narrazione sa prendere e sa mescolare azione (a volte cruda), umorismo e anche alcuni momenti drammatici, il tutto unito a personaggi simpatici (e anche i cattivi hanno una loro complessità) e disegni veramente ben fatti (un pò si ced1 [ continua a leggere]
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    Un manga su un nuovo maestro di Hokuto: si può dare un seguito (cronologicamente avanti o indietro che sia) ad un mito? In teoria sì, ma le possibilità che l’operazione riesca ottimamente sono ridotte, anche quando ad occuparsene è l’autore della precedente opera. Tuttavia il suo talento garantisce che non avremo un titolo orribile. Così è questo spin-off di Ken il guerriero, ossia non raggiunge gli stessi livelli dell’illustre predecessore ma n1 [ continua a leggere]
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    Una frase adatta per indicare questo manga è: come rendere originale il già visto. Perché come contenuti, "Dragons Rioting" è roba già ampiamente vista e rivista: le caratterizzazioni sono piuttosto stereotipate, abbiamo il protagonista bravissimo nelle arti marziali che giunge in una scuola speciale, tutti i personaggi femminili principali si innamorano di lui, l'eroe affronterà sfide di livello crescente sfoggiando tecniche segrete fino al com1 [ continua a leggere]