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    Makoto Shinkai è un giovane talento: lo si comprende dopo avere visto il suo ultimo prodotto. Hoshi o ou Kodomo racconta per l’ennesima volta il tema caro al regista, quello del distacco, ma in tale circostanza lo incastona su un registro di grande respiro. Non si tratta più del distacco tra due persone innamorate, portate dalle vicende della vita a seguire strade diverse e incompatibili.
    Nella fase iniziale Hoshi o ou Kodomo illude lo spettato1 [ continua a leggere]
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    È sempre stato risaputo che "The End of Evangelion" e il finale della serie sono due prodotti diversi tra loro, ma sovente si è parlato di due opere chiuse l'una all'altra come da paratie stagne. Tuttavia "The End of Evangelion" e gli episodi 25 e 26 della serie "Neon Genesis Evangelion" sono pur sempre figli dello stesso talento. La narrazione per immagini della vicenda esistenziale umana nella produzione di Anno presuppone due atti, separati t1 [ continua a leggere]
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    Spettacolarizzazione e "fracassonate" a più non posso: ecco in poche parole gli attributi di Gurren Lagann. Entrambe le caratteristiche, in effetti, danno la giusta linfa al titolo, ma la contropartita negativa si fa sentire non poco, evidenziando delle tare non trascurabili nella struttura narrativa.
    La Gainax si cimenta nell'esplorazione della parodia di un genere che ha fatto la storia, il mecha, sondandone le potenzialità visive, e stroncan1 [ continua a leggere]
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    Le premesse per un nuovo Galaxy Express all'apparenza ci sono tutte: una bionda dal corpo sinuoso e un omuncolo deforme e corto, con le stesse fattezze di Tetsuro. Questi elementi possono scoraggiare, ma in fondo la sapienza popolare spesso non sbaglia quando dice che l'abito non fa il monaco.
    Queen Millennia è un'opera di Matsumoto più evoluta e matura, e ciò è evidente fin nel suo esordio. L'ambientazione non è più lo spazio, né vi si trovano1 [ continua a leggere]
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    Nel 2004 si tirano le fila e ci si rende conto che il tanto atteso capitolo Sanctuary della saga di Hades aveva deluso tutti i fan, per cui si tenta la fortuna con un nuovo lungometraggio.
    L’idea di base non è poi così originale, così come disorientante è la collocazione ideale del film in relazione alla continuità della trama.
    Uscito infatti tra il capitolo Sanctuary e Inferno, ma collocandosi logicamente all’epilogo della battaglia contro Had1 [ continua a leggere]
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    Quando un titolo fa leggenda è difficile da dimenticare, forse per obliarlo davvero è meglio concepirlo in tutte le salse e combinazioni possibili in modo da consacrarlo a una sorta di damnatio memoriae per nausea. In fondo Kurumada e la TMS hanno fatto questo su Saint Seiya. Un titolo che aveva avuto grande fortuna e che aveva segnato la storia dell’animazione di genere shounen è stato perpetrato fino ai nostri giorni, suscitando la felicità di1 [ continua a leggere]
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    Per chi scrive non è stato affatto facile recensire Neon Genesis Evangelion. È ciò che succede quando un’opera complessa e stratificata ti lascia il segno. È stato difficoltoso darne pure una minima descrizione perché è un vero compendio della cultura umana, ne illustra la storia in maniera profonda ed esaustiva pur non essendo pedante né onnicomprensivo.

    Ciò che s’interiorizza dopo avere visto per la prima volta quest’anime non è così semplic1 [ continua a leggere]
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    Quando ci si attende cose grandi da un’opera la delusione più cocente che si può ricevere è quella causata dalla presa in giro voluta da chi ne è artefice.
    Sentenze del genere non sono tirate fuori dal nulla, anche se potrebbero sembrare simili a frasi fatte; in realtà derivano da esperienze dirette, spesso traumatiche.
    Space Symphony Maetel avrebbe dovuto essere la vera rivincita dell’universo di Galaxy Express e di Maetel stessa che ne è l’emb1 [ continua a leggere]
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    Quando un’opera delude profondamente chi è affezionato all’universo di cui essa fa parte è difficile trarne le dovute conclusioni. Ancora più doloroso è dovere ammettere che di quella stessa opera le cose da dimenticare sono molto più numerose di quelle da ricordare.
    È questo, per chi scrive, il caso di Maetel Legend, un bis di OAV usciti nel 2000 e nel 2001. Un soggetto pieno di tante potenzialità distrutto dalla bufera di un budget scarso, da1 [ continua a leggere]
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    Si tratta di un ipotetico sequel della famosa serie televisiva, uscito nel 1998. Purtroppo la durata relativamente esigua fa sì che ci si trovi di fronte a una trama abbastanza scarna, priva di originalità e trita, in quanto molti dei temi già trattati nella serie televisiva e molti eventi che già avevano avuto larga trattazione nei lungometraggi precedenti vi vengono riproposti tanto per allungare un brodo che di suo è già poco saporito.

    La pr1 [ continua a leggere]
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    Nel 1981 viene prodotto il sequel del film del 1979. Matsumoto ne crea il soggetto in continuità con il primo lungometraggio, segnando allo stesso tempo uno stacco tra i due lavori. Scenari di distruzione contrappongono adesso una città fantasma e distrutta dalla guerra all’ipertecnologica città che ci era stata presentata nel prequel del 1979. Così agli splendidi grattacieli che si innalzavano alla luce dorata del tramonto, in un brulicare di i1 [ continua a leggere]
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    Nel 1979 ci si rende conto che effettivamente la serie di Galaxy Express 999 non aveva raggiunto altissimi livelli su tutti i versanti. Si decide finalmente, e soprattutto a buona ragione, di produrre un film che possa ridare in qualche modo dignità agli affascinanti mondi e alle storie fiabesche di Matsumoto. E non fu affatto una scelta sbagliata, ché se la serie anime del 1978 riuscì a produrre qualche soldino, il premiare la buona volontà deg1 [ continua a leggere]