Recensioni utente
Otona no Jikan
4.0/10
Una delle opere peggiori che abbia letto di recente. "Adult Time"? Cosa c'è di "adulto" in questo manga? C'è solo una protagonista femminile più bambinesca e piagnucolosa di qualunque personaggio di Shojo io abbia mai visto, e un protagonista che è maturo solo negli anni. Di accattivante c'è lo zero assoluto, e perfino le scene più "calde" fanno ridere i polli.
C'è poco di apprezzabile in "Otona no Jikan": principalmente, il ritmo, sempre irreq1 [ continua a leggere]
C'è poco di apprezzabile in "Otona no Jikan": principalmente, il ritmo, sempre irreq1 [ continua a leggere]
Boku kara Kimi ga Kienai
7.0/10
Eh, so che mi attirerò le ire di tante fumettare con la seguente affermazione, ma devo proprio dirlo: gli Shojo che durano poco sono molto più scorrevoli e appassionanti di quelli che vanno avanti per una quaresima di tempo. Carino, simpatico e molto, molto godibile, "Boku kara Kimi ga Kienai" non si eleva certo ad altezze irraggiungibili, e dal punto di vista grafico è perlopiù il solito piattume, ma costituisce un passatempo eccellente e offre1 [
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Kenja no Ishi
6.0/10
Se esiste qualcosa di più fastidioso di un autore che non si impegna, non può essere altro che un autore che non si impegna e te lo viene pure a dire. "Perdonatemi il fatto che non seguo gli eventi storici e faccio come mi pare, inserendo personaggi e parole fuori dal loro tempo, tanto voi comprerete ancora la mia opera, vero? Vero? Vero?": la traduzione di ciò che Akino Matsuri ha cercato di spiegare al termine del terzo volume è più o meno que1 [
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Suicide Island
9.0/10
Grandioso. Sono assolutamente lieto che un manga così valido sia in procinto di essere pubblicato in Italia. E dire che gli argomenti in esso trattato non sono neanche così originali: dal capostipite "Robinson Crusoe" al crudele "Il Signore delle Mosche", passando per l'intrigante "Lost", quante volte abbiamo goduto di storie che trattavano di persone sperdute su isole deserte, a fare i conti con un ritorno allo stato naturale nel quale ognuno è1 [
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Deka Wanko
8.0/10
Finalmente! Finalmente un manga con qualche novità al suo interno! "Deka Wanko" (lett. Detective cucciola) può vantare una storia come se ne trovano poche in giro, e la relativa rarità di manga puramente polizieschi (fate conto che non considero poliziesche opere fantasticheggianti come "Death Note", o thriller come "Monster", o qualunque altra creazione che non abbia il carattere di un giallo) lo impreziosisce maggiormente. Per di più, è anche1 [
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Haa Haa
7.0/10
Ben detto: Hah, Hah. E' esattamente il titolo che darei non solo a questo manga, ma all'intera produzione di Yuki Yoshihara (e giudicate voi cosa intendevo dire con queste parole, se sottolineo che quello "hah hah" del titolo ha un significato prettamente sessuale). In termini temporali, quest'opera si colloca precisamente un anno prima rispetto ad uno dei capolavori della Sensei, "Darling wa Namamono ni Tsuki", e, anche se difetta dello spirito1 [
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Private Prince
7.0/10
Non c'è nulla da fare: per quanto si impegni, Enjoji Maki non riesce mai, ai miei occhi, a realizzare un'opera che vada al di là del "buonino". Questa poteva essere la volta buona (e "Private Prince" è davvero superiore alle altre opere da lei disegnate che ho letto, di poco, ma lo è), ma come al solito le manca qualcosa per fare il salto di categoria. La storia era carina e abbastanza originale (anche se con alcuni elementi presi chiaramente da1 [
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Cousin
9.0/10
Ah, ecco come dovrebbe essere ogni manga "Slice of Life": tranquillo, rasserenante, spontaneo. "Cousin" è una di quelle storie che ti si sciolgono di fronte per quanto sono scorrevoli e carine. Certo, la cugina di Bon-chan, nonostante il titolo a lei dedicato, è un elemento non molto presente all'interno della storia, ma insomma, non è che questo sia un demerito. Ciò che conta è che è stato così carino da leggere, questo manga, che mi è sembrato1 [
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Gangsta.
7.0/10
Lo dissi una volta, e lo ripeto qui: se c'è una cosa che odio, quando mi ritrovo tra le mani un manga, è il non essere informato in precedenza riguardo i suoi contenuti. Non fraintendete: non si tratta degli elementi da pubblico adulto, quindi né dei vari riferimenti sessuali - che sono solo di contorno - né tantomeno della violenza e del sangue - che comunque sono in quantità modesta, in confronto a opere come "Gantz" o "Kenshin". Quello che ne1 [
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Le Memorie di Emanon
10.0/10
«Non Dio ha creato l'uomo, quanto piuttosto l'uomo ha creato Dio.»
Un peccato che nel XIX secolo, periodo in cui visse Ludwig Feuerbach, le memorie di Emanon fossero in Giappone, negandogli così la possibilità di incontrarla e confermare quest'affermazione. Una ragazza, anzi, più che una ragazza: l'incarnazione della storia della vita, la portatrice di un fardello tanto pesante quanti sono gli anni che è stata costretta a reggerlo sulle spalle.1 [ continua a leggere]
Un peccato che nel XIX secolo, periodo in cui visse Ludwig Feuerbach, le memorie di Emanon fossero in Giappone, negandogli così la possibilità di incontrarla e confermare quest'affermazione. Una ragazza, anzi, più che una ragazza: l'incarnazione della storia della vita, la portatrice di un fardello tanto pesante quanti sono gli anni che è stata costretta a reggerlo sulle spalle.1 [ continua a leggere]
Chocolat
7.0/10
Molto simpatico, questo "Chocolat" (sì, si legge alla francese, come quel film omonimo con Johnny Depp e Juliette Binoche). Davvero, è il primo complimento che mi viene in mente, per questo manga, e anche il più solido, se vogliamo dirla tutta, poiché "Chocolat" non offre moltissimo, oltre alle risate. In effetti, mi ha messo un po' in difficoltà: non finirò mai di stupirmi di fronte alla capacità tutta nipponica di mantenere un tono comico, per1 [
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Sekine-kun no Koi
4.0/10
Mai data una valutazione tanto bassa ad un manga, ma d'altro canto, "Sekine-kun no Koi" è un'opera così vuota e senza senso che non ritenevo corretto gettarla nel mucchio dei miei cinque, che pure qualcosa di buono lo avevano. Una trama senza capo né coda, un protagonista piatto, odioso e impossibile da comprendere, casualità troppo ostentate, idee che potevano rivelarsi buone ma che alla fin fine contano meno di zero, nell'economia della storia1 [
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