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    7.5/10
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    La forza di "Gakkou Gurashi" è anche la sua debolezza, a mio avviso.

    L'originalità con cui viene trattato il tema, oramai non particolarmente singolare e inedito, lo porta ad essere un'opera fresca. L'apocalisse zombie che fa da sfondo alla vita scolastica delle protagoniste non è sviluppata in termini grevi, pesanti, angustianti e demoralizzanti come si è soliti fare; tutt'altro, l'idea di dare uno sviluppo più vicino al genere scolastico ries1 [ continua a leggere]

    5.0/10
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    "Killing Morph" è un'occasione persa. Non mi nascondo dietro giri di parole, non c'è altro modo per dirlo e non ha senso cercare di nasconderlo ai novizi lettori. Si tratta a mio parere di un rimpianto piuttosto grande, di un enorme "what if", un condizionale di dimensioni elefantiache per il quale provo dispiacere, forse anche compassione.

    Riconosco che i primi capitoli siano stati piuttosto interessanti e mi abbiano tenuto incollato allo sche1 [ continua a leggere]

    5.0/10
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    Non nutro mai particolari aspettative leggendo un manga horror/splatter. Amo il genere per la violenza e la morbosità, ma non ho mai creduto fosse una letteratura con velleità di grandezza e non mi sono mai illuso, a priori ed in nessuna delle mie pregresse esperienze, di star per leggere una perla di ricercatezza, valori, perfezione. Ho amato prodotti come "Shiki", la serie di "Higurashi", "Corpse Party" per svariati motivi; questo non signific1 [ continua a leggere]
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    Innegabilmente "Vento Aureo" testimonia l'evoluzione di Araki.

    Dal punto di vista artistico ed estetico, questo cambiamento è palese ed immediato: gli omaccioni bitorzoluti gonfi e vistosi cui siamo stati abituati per almeno tre capitoli della saga di JoJo, in puro rimando anni '80, vengono definitivamente accantonati lasciando spazio a figure più snelle e lineari, addirittura femminili secondo alcuni.
    Non si riduca però solamente a questo lo s1 [ continua a leggere]
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    Feci la conoscenza del franchise di "JoJo's Bizarre Adventure" a sei anni, in maniera fortuita.
    Correva l'anno 1997, quando Star Comics e Kappa Magazine erano, come il sottoscritto, nella loro primissima infanzia. Erano gli anni in cui il mondo dell'editoria giapponese si stava espandendo in Italia, inaugurando un mercato poco calcato fino ad allora; anni in cui il profumo delle novità in arrivo dall'estremo Est inebriava ed attirava, portando1 [ continua a leggere]
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    Quando si realizzano epopee massicce come quella dei Joestar, il rischio maggiore in cui l'autore può incappare è quello di non riuscire ad attestarsi su livelli di qualità costanti. Proporre al pubblico una saga di N capitoli (con N grande a piacere) comporta la capacità di creare un certo numero di prodotti che, in termini qualitativi complessivi, non presentino cali e siano quantificabili attraverso giudizi abbastanza concentrati e simili l'u1 [ continua a leggere]

    6.5/10
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    Come ho avuto modo di scrivere altrove e in altre circostanze, chi si appresta a leggere un horror-splatter normalmente non si aspetta chissà cosa. Certamente il genere ha regalato prodotti capaci di dare sostanza oltre alla normale intensità emotiva, ma il sottobosco del settore pullula di anime e manga senza trama, senza un filo conduttore degno di nota, improntati univocamente al massivo e copioso spargimento di sangue e interiora.
    "Bougyaku1 [ continua a leggere]

    10.0/10
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    C'è un qualcosa che avvolge "Video Girl Ai" di una luce particolare. Un alone etereo, un'aura innaturale, una sfumatura che lo rende così enormemente distante ed inarrivabile alla portata dei suoi simili. Un quid difficilmente descrivibile a parole, qualcosa che sento dentro e che non riesce a raggiungere chiaramente la bocca, che non può essere articolato e rappresentato chiaramente.
    Non è il chiarore dorato che i manga della propria infanzia1 [ continua a leggere]
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    Trovo di una difficoltà immensa recensire "Aku no Hana". Le parole mi sembrano vuote, ora. La semplice descrizione che accompagna ogni anime e manga su questo sito mi sembra triviale, inutile, senza senso; le categorie che gli sono state accostate, etichette vuote e frammentarie.
    Scrivo di getto quanto impresso nella mia memoria dopo la lettura di un'opera che mi ha lasciato svuotato ben più di tante altre che ho affrontato durante la mia carrie1 [ continua a leggere]
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    Non ho mai nutrito la massima considerazione per gli harem.
    Ne ho letti e ne leggerò in futuro, ne ho guardati e ne guarderò in futuro, ma senza mai aspettarmi chissà cosa da loro. Non è per darmi un tono snob o sofisticato, è solo che la mia esperienza pregressa mi ha sempre portato a considerarli un grosso ammasso di superficiali e inverosimili luoghi comuni, ormai triti e prevedibili. Pur senza grandi premesse e speranze, però, ho sempre por1 [ continua a leggere]

    9.5/10
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    Il primo anno del nuovo millennio se ne sta andando. Sono le ore 20, tempo di cenare. Ti appropri del telecomando prima dei tuoi genitori, evitando quindi la lagna ancora incomprensibile ed indifferente del TG. Ti sintonizzi sull'8, MTV, una rete che per quel poco che capivi all'epoca arrivavi a considerare ribelle, trasgressiva, pop e naive in ogni suo aspetto ed in ogni suo programma. Santiddio, un presentatore ha i rasta. Mamma, papà, c'è "Sl1 [ continua a leggere]

    9.0/10
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    Il mio incontro con "Planetes" è stato decisamente tardivo; per quanto mi consideri "del settore" da oltre vent'anni, e per quanto fossi a conoscenza della sua qualità superiore, ho sempre tergiversato e rimandato il momento del rendez vous. Non sono mai stato capace di darmene motivazione, e ne sono ancora meno in grado oggi dopo averlo terminato. Ma è stato così, normale e fisiologico; non c'è mai stato un motivo ma è successo, capitato, finit1 [ continua a leggere]